Icona dell’effimero, teorico distratto dei 15 minuti di celebrità, Andy Warhol resta, dopo Marcel Duchamp, l’artista più influente del Novecento. La sua opera Pop ha assunto nel corso degli anni sfumature diverse, mantenendo però una costante: la passione per le istantanee Polaroid, molte delle quali sono ora esposte in mostra a Los Angeles alla Luckman Gallery.
“Andy – spiega il curatore dell’esposizione Marco Rios – era ossessionato dal fare fotografie alle persone che incontrava. E in molti casi queste immagini erano il primo passo per arrivare ai suoi dipinti”.
Per l’occasione, nella galleria losangelina i visitatori vengono immortalati in nuove istantanee, che diventano subito parte della mostra. E anche questo aspetto, forse meno conosciuto, del lavoro di Warhol sembra piacere al pubblico. “E’ un vero cult – spiega un ragazzo – E’ più che semplice arte, è molto interessante pensare che il suo più importante capolavoro sia stato lui stesso, e il modo in cui si rapportava alle persone”.
Una definizione, questa, che Andy Warhol avrebbe probabilmente sottoscritto e chissà, magari immortalato in una Polaroid. Che poi avrebbe giustamente dimenticato in un angolo della Factory, per andare in cerca di qualcosa di ancora più nuovo.
(Immagini Afp)