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Grillo, Berlusconi e Bersani sviscerati dalla stampa estera

Ingovernabilità, incertezza, stallo sono le parole che sulla stampa estera sintetizzano il risultato elettorale italiano.

Il Financial Times sceglie la foto di una scritta in rosso su un muro, “Ci vediamo sulle barricate”, per commentare l’attuale situazione politica italiana con il Movimento Cinque Stelle primo partito e la coalizione di centrosinistra avanti, ma di fatto impossibilitata a formare un esecutivo che garantisca governabilità.

Colpa dalla “porcata” ossia la legge elettorale che ha favorito la frammentazione elettorale ricorda il francese Le Monde.

Mentre il contraltare conservatore Le Figaro scrive che le imprese francesi sono già preoccupate  per la situazione e pensano di lasciare. Di tempesta e anatra zoppa parla il sito EuObserver che sottolinea la sorprendende rincorsa del già tre volte premier Silvio Berlusconi e la vittoria dei Cinque Stelle.

E come Berlusconi nel 1994, oggi è Beppe Grillo il vero protagonista della tornata, scrive il Guardian che dedica un profilo al comico genovese la cui avanzata è vista con allarme dalle cancellerie europee. Joe Cricket, scrive il corrispondente dando una traduzione del nome del comico e giocando così paragonandolo a un altro grillo, quello parlante di Pinocchio. L’altro paragone è appunto con il Cavaliere. “Per due volte in vent’anni, un outsider ha conquistato la scena politica. In entrambi i casi hanno saputo sfruttare i mezzi di comunicazione. Berluscono creando un monopolio di fatto con le televisioni private. Grillo diventando un maestro della comunicazione digitale”.

Se un c’è un messaggio chiaro nelle incertezze postelettorali italiane questo è il no alle misure di austerità, scrive il New York Times. “Sebbene gli analisti abbiano criticato il voto di protesta a un sistema elettorale problematico e il pantano politico italiano, i risultati possono anche essere visti come una reazione alla strategia di riduzione del debito decisa dalla Commissione europea e dalla Banca centrale europea per i Paesi troppo grandi per fallire ed essere salvati”.

Il Washington Post sceglie invece di aprire la propria corrispondenza ricordando che “Silvio Berlusconi, il già tre volte premier, playboy miliardario e perpetuo imputato dato ormai fuori dalla vita politica italiana dopo le dimissioni nel 2011, ha sorpreso il Paese lunedì tornando in un ruolo in cui potrà far valere la propria influenza”. È l’effetto Berlusconi di cui parla anche Der Spiegel che ricorda come i primi istant poll, quelli salutati con favore a Bruxelles come a Berlino e dalle Borse di Milano, Francoforte e Londra, “sono stati un bel momento, ma durato poco” prima che lo spoglio portasse all’attuale situazione.

“È chiaro come le attuali elezioni italiane influenzeranno il mercato internazionale. Gli investitori sono preoccupati che il nuovo governo non sia in grado di risolvere l’attuale crisi e risanare il debito europeo. All’estero e in ambito finanziario, Monti sarebbe stato il candidato ideale. Ma il suo partito raccolto solo il 10% dei voti”, scrive invece la stampa cinese.

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