Continuano le interviste di Formiche.net sul voto in Lombardia. Dopo il manager Sergio Scalpelli, il candidato centrista Enrico Marcora, quello montiano Gregorio Gitti e il capogruppo uscente del Pdl alla Regione Carlo Masseroli, oggi è il saggista economico Giancarlo Galli, autore di inchieste e libri sui poteri forti in Italia (Come “Gli gnomi della finanza” edito da Garzanti), a spiegare quanti e quali di essi sono in gioco nelle elezioni che proclameranno il successore di Roberto Formigoni, dopo 17 anni di regno. “In questo momento è in atto una grande manovra politica per conquistare la Lombardia, la chiave di volta per conquistare i suoi ambiti seggi al Senato e quindi la maggioranza in Parlamento”.
Come vede la partita elettorale in Lombardia?
C’è una grande confusione tra i cittadini lombardi. È stato incriminato un modello avanzato e funzionale che va molto meglio di qualsiasi altro, la Lombardia è stata la Regione che è stata meglio amministrata negli ultimi vent’anni e ciò si vede dal fatto che da tutta Italia e dall’estero la gente viene nei nostri ospedali per farsi curare. E poi solo per fare un esempio, i dipendenti della Regione qui sono 3.084, in Sicilia 17.995. In quest’ultimo periodo ne abbiamo sentite di tutti i colori sul Pirellone mentre le altre regioni sembrano idilliache, Formigoni avrà fatto i suoi errori ma nessuno può scagliare la prima pietra. Sarà per pura coincidenza ma le operazioni a riguardo della magistratura sono state particolarmente veloci. Anche senza essere dei dietrologi, difficile non immaginare una manovra politica. Ciò provoca tensione e turbamento nell’animo di dieci milioni di lombardi.
Questa confusione chi avvantaggerà alle urne?
La mia sensazione personale è che essa vada a vantaggio dell’antipolitica. Sia in Lombardia con la candidata grillina Silvana Carcano che a livello nazionale si registrerà un exploit delle forze anti-sistema. E ciò mi ricorda l’ascesa negli anni venti in Europa degli eventi che portarono all’affermazione di fenomeni autoritaristici.
Ma chi salirà sul piano più alto del Pirellone? Certo non la candidata grillina…
È molto probabile che vinca il centro-sinistra con Umberto Ambrosoli ma sarà una vittoria di Pirro. Comunque vadano le cose, queste elezioni saranno l’anticamera di un terribile periodo di caos.
L’alta finanza lombarda che lei conosce e ha spesso descritto e analizzato quanto influirà sul voto?
La finanza italiana, non solo quella lombarda, non è alta ma opportunistica, ha uno stile gattopardesco tipico del nostro Paese ed è popolata da settuagenari, molto spesso cattolici. Starà dalla parte di chi presume che vincerà.
A proposito di cattolici, Comunione e liberazione, in questi anni dentro alle mura del Pirellone rappresentata da Roberto Formigoni, ora come si comporterà?
Cl ha trovato nel cardinale Angelo Scola una bandiera e in Roberto Formigoni un alfiere. Ora molti suoi membri sono fortemente feriti e sconcertati dalla degenerazione del potere ma penso che la maggior parte di loro voterà ancora per il centro-destra. Anche se non dobbiamo scordarci che questo è il Paese del salto della quaglia…