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Le buone maniere di magistrati e tv verso i banchieri

Le buone maniere sono importanti. Prendete i magistrati di Siena che stanno indagando sulla spoliazione (di questo si tratta) della più antica banca del mondo. L’ex presidente, Giuseppe Mussari, avrebbe dovuto essere interrogato perché forse qualche cosetta interessante da raccontare potrebbe averla. E in effetti era stato convocato, ma non si è presentato dai giudici per indisponibilità di uno dei suoi legali. Che cosa era successo? Forse un’improvvisa delusione d’amore, il dolore per la sconfitta della propria squadra in campionato, un’unghia incarnita? Chissà. Fatto sta che i magistrati, educatamente, hanno preso atto delle sue buone ragioni e hanno rinviato l’interrogatorio. Mussari si presenterà con suo comodo, quando entrambi i legali avranno ritrovato la piena forma. E’ così che si fa. Imparino i colleghi di Milano.

Per comportarsi secondo il bon ton, in fondo, ci vuole poco. Guardate Lilli Gruber. Ha intervistato l’attuale presidente del Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo; anzi, mi scuso, non lo ha intervistato, gli ha messo a disposizione microfono e telecamera perché potesse dire tutto ciò che voleva, e non lo ha mai interrotto. Non si fa, non sta bene: Profumo è un signore che ha la tessera del Pd, è stato mandato dal Pd a salvare una banca del Pd. Non lo si può trattare senza un qualche riguardo, che diamine! Però a un certo punto l’inevitabile ha dovuto venir fuori. Si tratta di questo: Profumo è indagato dalla Procura di Milano per una frode fiscale da 245 milioni. Era possibile sorvolare su questo punto? Non era possibile. Però anche qui c’è modo e modo per farlo. Gruber non gli ha posto seccamente, cronisticamente, la questione. No. Ha detto: Beppe Grillo ha ricordato che su di lei pende un’accusa per frode fiscale, che ne dice? Capito? Per arrivare al punto, ha tirato in mezzo il comico genovese, noto rompiscatole e racconta balle. Così la questione è stata subito, per così dire, derubricata. E Profumo ha avuto modo di rispondere che lui ha fatto qualcosa di assolutamente lecito, ha tenuto un comportamento diffuso, e spera che la giustizia faccia presto il suo corso e proclami la sua innocenza. Parole sante, premiate con un Lilli-sorriso. Ma non vi ricordano nulla? Non sono più o meno quelle usate, in circostanze diverse, da Berlusconi, Fiorito, Belsito e allegra compagnia?

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