Anche la Merkel due giri fa puntò sul “meno tasse per tutti”. Ma uscì rovinata dalle urne e oggi è la regina dell’austerity (per gli altri). In questa campagna elettorale le tasse sono il perno centrale attorno a cui ruotano alcune proposte e molte recriminazioni. In termini assoluti il tema non è una novità, dal momento che gli italiani sono tradizionalmente sensibili alle proposte che rischiano di alleggerirne le tasche o turbarne il sonno.
Nuovo, casomai, è il livello di compartecipazione emotiva di moltissimi italiani dopo il confronto con il proprio commercialista. Le tasse – e lo spettro di una patrimoniale – segnano lo spartiacque tra il Pdl e il Pd, ma anche tra il Pdl e Monti. E’ quest’ultimo, infatti, a vedersi ascritta la paternità dell’Imu e il salasso che quest’imposta ha causato nei conti delle famiglie italiane, i cui risparmi in passato si erano massicciamente indirizzati verso il mattone e la sicurezza offerta da beni durevoli. Naturale che a cavalcare il tema tasse sia proprio il Pdl, che se questa agenda – come ricordava due settimane fa Luca Ricolfi in un editoriale su La Stampa – ha credenziali suffragate da evidenze concrete, e dunque elettoralmente credibil.
Non era forse Berlusconi quello che aveva tolto l’Ici sulla prima casa? Per questo fine settimana, in un crescendo di aspettative, è attesa quella che lo stesso Berlusconi ha preannunciato come “proposta choc” in un intervento radiofonico a Radio Montecarlo. Sarà interessante conoscerne i contorni. Le tasse, infatti, sono un’arma elettoralmente a doppio taglio.
In attesa di conoscere le proposte del Pdl, vale la pena di rievocare la figura di Paul Kirchhoff. Si tratta dell’insigne accademico esperto di imposte che a detta di molti analisti costò la vittoria nientemeno ad Angela Merkel nel 2005 due elezioni fa.
Già, fu proprio la Merkel – oggi severo difensore delle politiche di austerity – a puntare sui consigli di Kirchhoff e sulla sua rivoluzionaria proposta di una imposta sui redditi ad aliquota unica. La chiamavano Flat Tax, e alla Merkel costò veramente tanto in termini elettorali, costringendola a una coabitazione con il centrosinistra. Ma – direte voi – i tedeschi con gli italiani hanno ben poco in comune. O no?