Da tempo quando posso utilizzo i mezzi pubblici. Lo faccio per una personale spending review, per poter lavorare durante il tragitto e soprattutto per poter ascoltare e comprendere sempre meglio cosa pensa quella che i politici e i media chiamano la “gente”.
Questa mattina ero a Napoli e per recarmi nella zona industriale di Salerno ho scelto di prendere il treno metropolitano delle 9 che parte da Mergellina.
Arrivo alle 8 e 30 in una stazione gremita di passeggeri giustamente inferociti perché tutti i treni sono in ritardo ed i treni delle Ferrovie dello Stato, dopo il fallimento dell’EAV (Cumana e Circumvesuviana), sono l’ultima spiaggia. Ed anche il mio treno ha i suoi 35 minuti di ritardo.
Prendo la prima metro e scendo alla stazione di Napoli Centrale con la speranza di prendere in un Intercity o una Tav.
Ho un appuntamento. Non posso far tardi.
Ed anche qui lo scenario non migliora. Anzi.
Tav a quest’ora non ce ne sono e gli Intercity viaggiano con più di un’ora di ritardo.
Finalmente prendo un regionale di quelli comprati dalla Regione Campania in tempi migliori. Arriverò a Salerno solo alle 11 e 30.
Le storie che si sentono nelle stazioni e nei treni hanno un impatto tragico sulla la vita quotidiana dei pendolari.
Il fallimento dell’EAV e gli scioperi selvaggi di dipendenti che non ricevono lo stipendio stanno avendo conseguenze che leggi nei volti stanchi e scoraggiati delle persone. La Circumvesuviana, che fino a qualche anno fa era considerata una certezza, ormai serve gli utenti solo nella fascia protetta in prima mattinata e poi dalle 8 alle 18 il servizio è fermo e in serata riprende a singhiozzi. Lo stesso vale per la Cumana e la Circumflegrea che non sono mai state una certezza ma erano gli unici mezzi che collegavano su ferro Napoli con la zona Flegrea.
Nelle stazioni si parla ormai tanto di politica e delle conseguenze dell’austerity e del risanamento.
Si dice che il Presidente della Regione Campania Caldoro parli di un’azione di risanamento fatta dalla sua giunta rispetto a quelli che descrive come bilanci in rosso lasciati dalle gestioni precedenti.
Non so chi abbia ragione ma da cittadino dico che non può andare avanti così. Questi disagi incidono anche tanto sulla qualità del lavoro dei pendolari. Non credo che siano “lussi”che possiamo permetterci.