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Perché Beppe Grillo ricorda Hugo Chávez

In un’intervista al quotidiano argentino Página 12, il leader di Sinistra, Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, ha definito Beppe Grillo come un “populista tradizionale, un populista di piazza, che usa elementi di destra e di sinistra, un populista televisivo come Berlusconi, con la differenza che Berlusconi occupa la tv e Grillo la occupa con la sua mancanza, perché in tv tutti parlano di Grillo”. Il presidente della Regione Puglia ha detto anche di essere invidioso dell’America latina e delle sue rivoluzioni: quelle guidate dal presidente venezuelano Hugo Chávez, il presidente boliviano Evo Morales e gli altri leader di sinistra.

Ma la descrizione che fa Vendola del leader del Movimento 5 Stelle sembra coincidere con il profilo di uno dei leader che lui vorrebbe in Italia: Hugo Chávez. Non teniamo conto di quella “assenza/presenza” mediatica che oggi fa parlare di sé (Hugo Chávez non si fa vedere né sentire dal 10 dicembre del 2012, quando è partito per motivi di salute all’isola di Cuba, costringendo tutti -in tv e non solo – a parlare di lui), ma di quel populismo televisivo che prende spunti da destra e da sinistra con la finalità di incantare il popolo. Demagogia e retorica, quella di Chávez, alla quale l’America latina è abituata.

Quando la politica nasce dallo schermo
Hugo Chávez nasce come personaggio pubblico – nello stesso modo di Beppe Grillo ma anche di Silvio Berlusconi – da uno schermo televisivo. La notte del 4 febbraio del 1992, quando è stato detenuto per il fallito colpo di Stato contro il governo del presidente Carlos Andrés Pérez, gli sono state concessi 72 secondi a rete unificata per chiamare al resto dei militari ribelli ad arrendersi: quella proiezione è stata decisiva per la sua popolarità, elemento chiave del successo in politica.

Chávez ha alle sue spalle una condanna di 15 anni (per ribellione, tradimento alla patria e istigazione a delinquere), due anni di galera e un’amnistia rilasciata dal presidente Rafael Caldera. Grillo ha avuto problemi con la giustizia alla fine degli anni ’80.

Voglia di movimento (politico)
Così come Beppe Grillo abbandonò la tv e lo spettacolo e si è dedicato al Movimento 5 Stelle, Chávez lasciò le forze armate per creare anche lui un movimento politico: il Movimento Bolivariano Rivoluzionario 200, oggi Partito Unico Socialista del Venezuela.

In entrambi i casi, con (apparente) indipendenza ideologica e senza il sostegno di alcuna macchina elettorale o finanziaria, i due movimenti hanno conquistato agli elettori delusi dai partiti tradizionali e arrabbiati di fronte alla corruzione e l’incapacità di personaggi che da anni sono sullo scenario politico con gestioni disastrose. Il discorso anti-sistema è stata la benzina del Movimento 5 Stelle e all’epoca del Movimento Bolivariano Rivoluzionario 200.

Lo sguardo italiano
In un post del 10 giugno del 2012 del titolo “Loretta Napoleoni, Hugo Chávez, Beppe Grillo… tutto torna”, il giornalista italiano Gennaro Carotenuto ha scritto nel suo blog che “quando Loretta Napoleoni scriveva fesserie contro Hugo Chávez le davano spazio sui media. Adesso dice fesserie pro-Grillo e più fonti la danno addirittura candidata a Roma e le danno altrettanto spazio. Le cose sono due, o Napoleoni (ma non mi pare proprio) è così intelligente da meritare spazio in ogni caso oppure quelli che le danno spazio temono molto di più il socialismo del XXI secolo di Hugo Chávez che il bla-bla demagogicamente innocuo di Beppe Grillo”. Certo è che, a differenza di Grillo, Chávez è stato fortemente sostenuto dai media nella campagna per le elezioni presidenziali del 1998.

Anche nell’incipit di un articolo del giornalista Andrea D’Antrassi del 30 agosto del 2012 per il sito di giornalismo partecipativo Agoravox c’è il paragone tra il leader sudamericano e l’ex comico italiano: “In pochi giorni quello che sta diventando l’Ugo Chávez del web italiano alias Beppe Grillo ha collezionato una serie di figuracce che avrebbero fatto impallidire anche il Silvio Berlusconi dei tempi migliori”.

Confronto fra partiti

Partiti politici di fatto, il Movimento 5 Stelle e Movimento Bolivariano Rivoluzionario 200, sono concentrati nella leadership personalistica. Beppe Grillo e Hugo Chávez sono i “comunicatori unici”, tanto che i sostenitori prendono i loro nome: “Grillini” e “chavistas”. “Arrendetevi, siete circondati”, ha detto Grillo nel comizio la settimana scorsa a Milano. Lo stesso linguaggio aggressivo, da “guerra contro i politici tradizionali”, che usava Chávez nel 1998. Se per Chávez gli Stati Uniti sono una potenza nemica, che vuole imporre la sua cultura e modello economico “inadatto”, per Grillo la minaccia è l’Unione europea.

I legami tra Chávez e il M5S
Chávez si è eclissato per la malattia dall’anno scorso, ma le simpatie e i legami tra il Movimento 5 Stelle e il governo venezuelano sono presenti: secondo l’agenzia Adnkronos, il 20 febbraio si è svolto una riunione tra il Consolato del Venezuela a Napoli e una delegazione del Movimento 5 Stelle coordinata da Bartolomeo Pepe. All’incontro ha partecipato anche una delegazione del Movimento di Insorgenza Civile, che alle politiche 2013 sostiene il movimento di Beppe Grillo.

“Partendo dal ‘modello’ venezuelano – si legge in una nota del Movimento 5 Stelle – si è discusso di cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi anche in Italia, avviando una serie di iniziative volte a tutelare le fasce più deboli e con una rappresentanza parlamentare eletta direttamente dal basso”. Diritti umani, le analogie tra Sud Italia e Sud America, la valorizzazione delle tipicità, le politiche contro le ingiustizie e le ineguaglianze, sono stati tra gli argomenti pregnanti sui quali si è incentrato il dibattito. I rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno invitato il presidente Chávez a Napoli, quando sarà guarito, per seguire da vicino lo sviluppo del movimenti di Grillo.

“Il presidente Chávez ha la soluzione, un semplice concetto “nazionalizzazioni”/ Chávez, Chávez sei nostro amico/ Chávez, Chávez un solo grido/ A noi resta Buttiglioni/ noi vi diamo Caruso ma dateci Chávez, ma dateci Chávez.. Venezuela no cry… Hugo sei nostro amico”. È questo il testo di una canzone rap amateur di un gruppo italiano dal titolo “Beppe Grillo o Chavez…..questi se ne devono andare!”


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