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Perché i mercati puniscono l’Italia? Una risposta facile facile

Nei panni di contribuenti fedeli al fisco, e quindi tartassati, ammettiamolo: chi non si è fatto un conticino sui vantaggi della proposta sciocc di Berlusconi? Ora, con la stessa franchezza, proviamo a metterci nei panni di operatori finanziari con ufficio (o testa) fuori dall’Italia. In queste condizioni, guardando ad un Paese che si scanna sulla propria terza banca nazionale e che vede una campagna elettorale a metà fra “Ok Corral” e “Ok è il prezzo giusto”, tu ci scommetteresti a favore?

Se siamo sinceri e onesti con noi stessi non possiamo che rispondere negativamente. Astraendoci dalla nostra condizione di arci-italiani, dobbiamo ammettere che lo spettacolo che stiamo dando (tutti, in genere) è alquanto penoso. I mercati non sono la Spectre e sono fatti da uomini in carne e ossa che ragionano autonomamente e magari anche con qualche pregiudizio. Piaccia o non piaccia, è così. Che Piazza Affari vada male e che gli interessi sui titoli di Stato siano aumentati non deve sorprendere. Non è una manovra contro Berlusconi o contro Mps.

E’ la presa d’atto di una Italia ripiegata su stessa e sui suoi vizi retorici (promesse, accuse, colpi di scena). Prima di prendercela con “i mercati”, fermiamoci e pensiamo a cosa faremmo noi nei loro panni. Tutto sarà più chiaro. Semmai ci stupiremo di quanto poco sia calata la Borsa o di quanto poco sia aumentato lo spread.

 



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