Le banche erogano sempre meno finanziamenti e i consumatori si rivolgono al social lending, la nuova frontiera dei prestiti on line tra privati.
Acquistare l’auto, avviare un’attività o finanziare il master dei propri figli sono solo alcune delle ragioni che spingono i consumatori ad affidarsi al denaro delle banche. Dal momento che sul mercato troviamo numerosi prodotti molto diversificati tra loro, per scegliere quello ottimale per le nostre esigenze possiamo mettere i prestiti più convenienti a confronto, in modo tale da effettuare una scelta consapevole e mirata.
In concomitanza con la crisi economica, tuttavia, ottenere credito da parte delle banche può rivelarsi complesso. Dal mondo anglosassone è arrivata una proposta per ovviare alla stretta creditizia delle banche: il social lending. Si tratta di prestiti fra privati interamente gestiti su internet, col vantaggio di offrire tassi di interesse inferiori alla media del mercato.
Veri prestiti on line, quindi, ma senza passare dalla banca. Gli utenti possono iscriversi come richiedenti o come richiedenti, e in quest’ultimo caso guadagnano dal rimborso degli interessi. La concessione del prestito, e i tassi applicati, sono rispettivamente più veloce e più bassi (in media il 2% in meno rispetto all’offerta bancaria), grazie all’assenza dell’intermediazione degli istituti di credito.
L’assenza della banca non è tuttavia sinonimo di scarsa sicurezza della transazione. Il profilo creditizio del richiedente è ugualmente sottoposto a una valutazione, volta a misurare la sua affidabilità creditizia. Le somme prestate, poi, sono spalmate su più richiedenti, in modo da ammortizzare l’eventuale rischio di insolvenza.
Il social lending è nato nel 2007 nel Regno Unito, per poi sbarcare in Italia qualche anno dopo con Boober e Zopa. Dopo la revoca dell’autorizzazione della Banca d’Italia, Zopa è tornato sul web col nome di Smartika e con la regolare licenza emessa da via Nazionale. Al momento ha 50 mila iscritti, di cui 5 mila sono prestatori. Ha ricevuto 1500 richieste, 350 delle quali si sono trasformate in prestiti, per un totale erogato di 2 milioni di euro. I tassi di interesse medi sono del 6,7%, sicuramente più convenienti del 9% medio applicato dalle banche.