“Chiedo perdono al Signore per quello che sto per fare… Ho capito di non essere in grado di sostenere il ruolo che mi è stato affidato”. No, non sono le parole pronunciate oggi da Benedetto XVI per annunciare le sue dimissioni, ma quelle recitate da Michel Piccoli nel film di Nanni Moretti “Habemus papam”. La pellicola del 2011 indaga la crisi psicologica di un cardinale eletto come successore di Pietro che non sopporta il peso di questo ruolo e decide di non accettarlo. In tanti ora sui social network osannano il regista romano come un profeta. Ma è davvero così? Formiche.net lo ha chiesto a Claudio Carabba, critico cinematografico del Corriere della Sera: “Nanni Moretti non è un profeta ma uno dei più grandi autori che sanno parlare di ciò che sta loro intorno. Intuisce i temi nell’aria e a volte capita che indovini”, spiega il giornalista che a sostegno della tesi ricorda altri temi affrontati da film di Moretti come la crisi del vecchio Pci analizzata in “Palombella rossa”, Tangentopoli in “Il portaborse” (in cui fa l’attore e il produttore), Silvio Berlusconi e il berlusconismo in “Il Caimano”.
In questo caso, “non credo che due anni fa Moretti si immaginasse le dimissioni del Papa, a volte le realtà è più sorprendente della finzione ma il suo intento era sfatare l’idea di infallibilità della Chiesa – racconta Carabba – le immagini delle passeggiate solitarie del cardinale Melville (tributo all’autore di Moby Dick?) ci restituiscono l’idea della solitudine di un uomo di fronte al compito altissimo di rappresentare Dio”. In realtà tra il personaggio del film e Ratzinger, la storia non è la stessa perché mentre il cardinale Melville non si sente pronto e fugge dalla proclamazione, Joseph Ratzinger ha dimostrato di essere prontissimo in questo pontificato, i dubbi sono arrivati solo dopo.
“Moretti – tiene a sottolineare il critico del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli – non è solo l’inventore dei ‘girotondi’, ma ha spesso analizzato temi profondi come la morte in “La stanza del figlio”, la crisi della fede in “La messa è finita”. Nella storia del cinema non sono in molti ad aver affrontato questo tema: “Il regista può aver subito un influsso da Ingmar Bergman e la sua trilogia del silenzio di Dio – chiarisce – mentre le storie ambientate in Vaticano sono quasi sempre gialli alla Dan Brown”.
Ora c’è una nuova profezia di Moretti che potrebbe avverarsi, ironizza il critico, il suo anatema “con questi politici non vinceremo mai” che pronunciò nel 2002 in un comizio in piazza Navona. Le elezioni del 24-25 febbraio si avvicinano…
Il trailer del film: