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Scampare alle inondazioni

Naomi Watts forse vincerà l’Oscar per The Impossible. Il film, nelle sale da pochi giorni, ricostruisce il terribile tsunami che il 26 Dicembre del 2004colpì tutto il Sud Est Asiatico fino a lambire le coste dell’Africa Orientale. Il film racconta quella terribile vicenda attraverso la storia, privata e intima, di una famiglia spagnola, in Thailandia per una breve vacanza.
Il film dice proprio Maria Belon, la donna che Naomi Watts interpreta nel film, avrà l’effetto di far rivivere la profonda emozione che sconvolse il mondo allora. Perché, appunto, questa storia riguarda gli esseri umani, qualunque sia la loro lingua, razza o nazionalità. Ecco.
Spostiamoci a Sibari. Il Crati, il fiume che, come canta Euripide, tinge di rosso la sua bionda chioma e con le sue divine correnti nutre una terra, madre di eroi, è straripato nei giorni scorsi rovesciando una quantità enorme di fango sul sito archeologico di Parco del Cavallo. Uno dei principali siti della Magna Grecia. Quello che la stragrande maggioranza degli italiani, giovani e meno giovani, dovrebbe percepire leggendo questa notizia è la stessa profonda emozione di cui parla Maria Belon, la sopravvissuta dello tsunami. Perché, e lo diciamo purtroppo fuori di retorica, non essendo una sensibilità condivisa e maggioritaria, un sito archeologico è il ricordo di una civiltà, quella da cui proveniamo. Scampato ai secoli e custodito, si spera, per conservare l’identità e la storia di un mondo che nell’VIII  secolo a.C. quando gli Achei raggiunsero che coste della Calabria, rappresentava tutto il mondo conosciuto.
Un’idea politica, in vista delle imminenti elezioni di fine Febbraio, è la seguente. Dato che il nostro paese non ha risorse finanziarie per affrontare opere infrastrutturali di grande dimensione, si potrebbe attuare, con un ammontare contenuto di risorse, un piano di manutenzione dell’esistente. Costruire una cultura della manutenzione, sensibilità cui siamo poco avvezzi. I tantissimi siti infrastrutturali, archeologici e culturali, aree a rischio idrogeologico, potrebbero essere oggetto di progetti di sistemazione favorendo un circuito virtuoso dell’economia. Con una forte mano pubblica e con degli innesti privati a livello locale.

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