Zhou Xiaochuan potrebbe mantenere l’incarico di governatore della Banca centrale cinese nonostante il sopraggiungere dei limiti d’età. Se le indiscrezioni pubblicate oggi dalla Reuters dovessero rivelarsi vere sarebbe smentito quanto scritto a inizio febbraio dal China Securities Journal circa un suo ritiro dalla scena politico-finanziaria il prossimo marzo, in occasione dell’annuale seduta plenaria dell’Assemblea nazionale del popolo, l’organo legislativo cinese.
A far propendere per il ritiro era stata l’esclusione del nome di Zhou dalla lista degli oltre 200 componenti del comitato centrale del Partito comunista usciti dal cambio di leadership sancito dal Congresso dello scorso novembre. A 65 anni Zhou avrebbe raggiunto i limiti per un incarico ministeriale, livello cui è equiparata la guida dell’istituto centrale. La nomina a vice presidente della Conferenza politico consultiva potrebbe tuttavia permettere al governatore di mantenere l’incarico.
Fonti interne al Pcc e finanziarie hanno spiegato all’agenzia britannica che i leader cinesi puntano a mantenere la continuità al vertice dell’istituzione per portare avanti cambiamenti nella politica monetaria, compreso un rilassamento del controllo sullo yuan. Al timone della Banca centrale dal 2002, Zhou ha gestito alcune delle riforme del sistema di cambio. Nel 2005 la Banca centrale abbandonò la parità fissa con il dollaro, ad aprile del 2012 aumentò la banda di oscillazione dello yuan sulla moneta verde portandola all’ uno per cento. Senza contare il ruolo nella decisione di provare a internazionalizzare la valuta cinese.
Non tutti gli analisti sono però convinti che possa restare in sella. Il Financial Times stila oggi un elenco di papabili. Il candidato ideale dovrà avere sostegno politico, essendo l’istituto tutt’altro che indipendente, e allo stesso tempo avere acume finanziario, scrive il quotidiano londinese. In cima alla lista si trova il nome di Xiao Gang, presidente della Bank of China e in possesso di entrambe le qualità. Altri nomi in lizza: Guo Shuqing, ora a capo della Consob cinese e a lungo visto come uno dei favoriti; Shang Fulin, dall’ottobre 2011 alla guida della hina Banking Regulatory Commission; Liu Jiwei, numero uno del China Investment Corporation, il fondo sovrano cinese la cui nomina sarebbe una sorpresa