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Viaggio in Asia. Qui Singapore (prima puntata)

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Le spalle ad Harbour Front, sospesi a 80 metri sul mare nella funivia che porta a Sentosa, verso ovest si susseguono le forme regolari dei container colorati e ordinati. Il terminal di Tanjong Pagar è uno dei cinque, ciascuno con differente specializzazione, che costituisce attualmente l’imponente infrastruttura del secondo porto container del mondo, con una capacità di quasi 30 milioni di TEU l’anno (29,37 nel 2011, secondo dati della Banca Mondiale). Ma la dislocazione genera inefficienze – trasporto su strada, transhipment, sovra costi ed emissioni – così, nell’ottobre del 2012 il Ministro dei Trasporti Lui Tuck Yew ha annunciato l’avvio di un vasto programma di investimenti. I cinque terminal saranno integrati e riuniti in un’unica area, nella zona di Tuas. Di qui al 2020 nascerà un unico polo portuale a tecnologia avanzata, che potrà movimentare, a regime, 65 milioni di TEU l’anno.

Una rivoluzione – ancora una volta – dello skyline e dell’economia della città. Come sempre, Singapore gioca d’anticipo sui trend tecnologici previsti, avviando processi per organizzare la crescita. Attività di Governo su scenario planning. Una capacità di attuazione che intimidisce, dalla prospettiva di un’ Italia spesso preda di istinti anti-industriali. Il nuovo porto sarà attrezzato per accogliere portacontainer di ultima generazione, anche quelle alimentate da combustibili diversi dal gasolio, come il gas naturale. Questo significa – anche – infrastrutture e nuove competenze per manutenzione e refitting. Un altro tassello verso la realizzazione di un piano di sviluppo organico e visionario che punta a trasformare Singapore da Hub logistico a Hub regionale di Innovazione e R&S, città intelligente, attraverso l’integrazione e lo sviluppo di settori tecnologici pre-definiti (biotecnologie, biomedicina, ICT, efficienza energetica etc.), che porterà, fra l’altro, alla creazione di un unico datacenter integrato, per trasformare il volto – e la vita – della città.

Arvea Marieni
Esperta di processi di internazionalizzazione, gestione commerciale e business development, con focus particolare su Cina, Vietnam e altri paesi del Sud Est Asiatico. Dal 2009 si è occupata di progetti di innovazione e Trasferimento Tecnologico per il Piano Energia dell’AREA Science Park di Trieste, e del Ministero dell’Ambiente. Dal gennaio del 2013 con GcM Consulting, boutique di consulenza strategica ed organizzativa fondata dall’Ing. Giancarlo Michellone


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