Skip to main content

Mediobanca scatena la furia dell’Abi sulla bad bank

L’Abi boccia l’ipotesi di una bad bank per l’Italia, ovvero un veicolo societario in cui far confluire le attività “tossiche” degli istituti di credito. “L’ipotesi di una bad bank – ha detto il direttore generale dell’associazione bancaria, Giovanni Sabatini dopo la proposta avanzata da Mediobanca Securities – si fonda su un presupposto non corretto. Noi siamo in una situazione diversa dalla Spagna”.

I dati di novembre

Gli accantonamenti dei crediti in sofferenza, secondo i dati dell’Abi, hanno raggiunto a fine novembre il picco di 121,8 miliardi di euro. La questione principale da affrontare è soprattutto il grado di copertura delle sofferenze, ovvero gli accantonamenti che le banche devono prudenzialmente fare in bilancio a copertura dei rischi creditizi.

Niente cure sul modello spagnolo

“Non abbiamo avuto una bolla immobiliare – ha sottolineato Sabatini -. C’è attenzione al problema dei crediti deteriorati, ma non ci sono aspetti patologici tali da richiedere cure sistemiche come in Spagna”. “Il problema – ha spiegato – è sempre quello di fare confronti sulla base di dati disomogenei. Ancora oggi il Financial Times, commentando lo studio di Mediobanca, fa riferimento a percentuali di copertura che per le banche spagnole sono più alte di quelle per le banche italiane”.

La disomogeneità dei criteri

“I dati non sono comparabili – ha affermato il direttore generale dell’Abi – e mentre in Italia i crediti deteriorati sono rilevati in maniera rigorosa, in altri Paesi ci sono prassi assolutamente disomogenee. I confronti quindi sono assolutamente inattendibili”.

Il nodo dei prestiti ristrutturati

L’Abi ha infatti più volte evidenziato l’impossibilità di paragonare contabilmente il trattamento dei crediti in sofferenza delle banche italiane rispetto a quelle degli istituti di altri Paesi europei. Il nodo, a giudizio dell’Abi, sta nell’assenza di “criteri uniformi di giudizio” nella definizione di crediti in sofferenza tra i vari Paesi europei. Elemento che, per esempio, fa ritenere incomparabile la posizione delle banche italiane rispetto a quelle spagnole che, nello specifico, non comprendono tra i crediti deteriorati anche i prestiti “ristrutturati” (come invece avviene in Italia).

L’incertezza del quadro politico italiano

Sull’Italia, ha sottolineato poi Sabatini, pesa l’incertezza del quadro politico. “La situazione di emergenza finanziaria – secondo il direttore generale – è stata messa in sicurezza dalle manovre del governo Monti: i mercati lo riconoscono e lo ha confermato Draghi. È ovvio – ha aggiunto – che in una fase di incertezza l’altro grande problema del Paese, far ripartire la crescita per creare occupazione, è un’azione che non può partire”.

 


×

Iscriviti alla newsletter