Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi comparso sul quotidiano Italia Oggi.
Grillo, che non vuole comparire sulla stampa né affacciarsi dagli schermi tv, ottiene l’attenzione di tutti i media. Anche l’opinione pubblica non si domanda più, ogni giorno, che cosa ha detto Bersani o che cosa ha scelto Monti, ma che cosa ha fatto Grillo. La sua tecnica, in fondo, è vecchia come il cucco e non c’è bisogno di aver fatto un master per apprenderla. Le donne, ad esempio, la conoscono da sempre, intuitivamente: “Se vuoi essere inseguita, devi fuggire. Se vuoi essere desiderata, devi negarti”. Chi si impone, indispone.
In particolare, Monti è proprio scomparso dal radar dell’opinione pubblica. Ha cercato di farsi vivo (glielo ha detto sempre il suo consulente cowboy?) indicendo un vertice a Palazzo Chigi con Bersani, Berlusconi e Grillo per discutere…dei problemi europei. Ma dove vive, Monti? Credeva proprio che, invitato a discutere sul nulla, Grillo si sarebbe fatto vivo a mani giunte come se avesse dovuto dare, anche lui, un esame alla Bocconi? E così, quello che avrebbe voluto essere un vigoroso autorilancio del premier surgelato si è rivelato una revolving door male utilizzata che gli si è piazzata in faccia fragorosamente. Monti, come capita in questi casi, gli ha lasciato sopra il cerchiolino di alito che, inevitabilmente, la bocca, stupita dalla botta imprevista, esala quando uno finisce frontalmente contro una porta a vetri che non aveva visto.
Il fatto è che Grillo pratica uno sport diverso da quello sinora giocato da tutti gli altri politici. Lui gioca rugby mentre gli altri praticano il calcio. Questi ultimi pertanto rimangono stupiti quando vedono che Grillo, anziché calciare, cattura la palla e se ne va per conto suo, tenendosela ben stretta al petto. Grillo inoltre ha detto (e fatto vedere a tutti) che il re è nudo. Romano Prodi, che di comunicazione se ne intende, disse che “un politico resiste a tutto salvo che al ridicolo”. Aveva assolutamente ragione. Ha più distrutto Bersani (e il Pd) Crozza che non Grillo. La satira di Crozza è molto più devastante contro il Pd (perché questo è un partito totem, da venerare) che contro la Lega (che è il partito preso di mira da tutti). Il Pd, abituato a essere osannato da chi conta, ha la pelle delicata: basta il riferimento alla smacchiatura del giaguaro per affondarlo, rendendolo uguale a tutti gli altri.