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Bersani e Camusso, chi è più serio?

Il dato più interessante della settimana è stata l’audizione da parte del presidente incaricato delle parti sociali. Bersani prima ancora di sentire i rappresentanti della politica ha voluto incontrarsi con sindacati e imprenditori. Nel delirio della politica le poche parole pronunciate da Squinzi, Camusso e soci sono sembrate perle di saggezza, certamente parole di buon senso. E in fin dei conti si sono limitati a ripetere il vecchio slogan, fate presto, parole evocatrici di ben altre tristi emergenze.

Ma l’Italia è davvero in emergenza e ripeterlo a chi sta cercando di formare un governo è parso davvero un atto importante, comunque in linea con le esigenze di un Paese prostrato da anni di fortissima crisi economica che ha allentato tutti i legami sociali che lo tenevano in piedi.
La positività mostrata dalle parti sociali in questa occasione non attenua però la situazione davvero difficile nella quale versano. Risparmiate, per ora, dallo tsumani della politica, le parti sociali stanno rischiando molto, così come appaiono in bilico tra l’appannamento e il declino. Della volontà egemonica di una volta si è persa la traccia, né le confederazioni dei lavoratori, né quelle degli imprenditori sembrano in grado in questo momento di esprimere una posizione in linea con l’emergenza economica e soprattutto sociale che il paese sta vivendo.

E’ suonato falso l’appiattimento tentato sulla parte politica, fa paura la carenza di analisi, soprattutto disorienta il vuoto di indicazioni positive, che in altri momenti della storia del paese, in presenza di un indebolimento della presenza dei partiti politici, ha sembra caratterizzato il ruolo delle parti sociali.



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