Pier Luigi Bersani potrebbe trovare una maggioranza al Senato. I motivi per i quali si può essere moderatamente ottimisti li spiega, in un’intervista a Formiche.net, il direttore del quotidiano Europa, Stefano Menichini.
La speranza che il segretario del Partito Democratico riesca a raccogliere consensi a Palazzo Madama è legata “a due fattori. Anzitutto la convenienza che hanno tutti i partiti nel far iniziare la legislatura – spiega Menichini -. E, secondo fattore, la forte determinazione di Bersani. Delle due, la prima è sicuramente decisiva. Sulla seconda, invece, lo stesso segretario ha detto di non mettere se stesso davanti a tutto”, dando la disponibilità a farsi da parte qualora si trovasse un accordo su un altro nome.
“Anche il Movimento 5 Stelle ha la necessità e la convenienza a far partire la legislatura. Certo, è difficile trovare un accordo sul nome di Bersani perché è un capo partito. L’altra chance che si gioca Bersani – prosegue Menichini – è l’urgenza nel realizzare le riforme della politica e dei meccanismi decisionali. Anche su questo, tutti i partiti hanno la necessità di portare a casa dei risultati”.
La doppia maggioranza
Secondo il direttore di Europa, il tentativo del leader della coalizione dei progressisti si fonda sulla ricerca di “geometrie variabili”, in sostanza sull’ipotesi di ottenere una “doppia maggioranza. Vale a dire, una ampia per fare le riforme istituzionali, nella quale possa convergere anche il Popolo della Libertà. E una più stretta, o addirittura minoranza, che possa dare la fiducia al Governo e che possa fare le altre riforme. Non è molto probabile, ma è possibile trovare questa doppia maggioranza”.
Menichini però ricorda che “in passato, ci sono state due esperienze di legislatura partite con 1 o 2 voti al Senato, quella del 1994 e quella del 2006, e sono state le più corte degli ultimi 20 anni. Anche questa non sarà lunga però almeno può esser fruttuosa come non lo sono state le altre due”.
Appoggio leghista?
La possibilità di ricevere un sostegno dalla Lega Nord di Roberto Maroni “sembrava una soluzione
concreta fino a ieri, poi è sembrata irrigidirsi sul nome di Bersani. Anche i leghisti hanno un grande bisogno che la legislatura cominci. La Lega però – fa presente Menichini – non farà nulla in rottura con Silvio Berlusconi. Potrebbe ritrovarsi in una maggioranza ma solo con l’autorizzazione” del Cavaliere.
Una squadra di alto profilo
Il segretario starebbe pensando di trovare il sostegno più ampio possibile intorno ad una squadra di governo di alto profilo. Menichini si dice d’accordo, perché “siamo in un’epoca dove le facce
contano molto. Bersani vuole dare un segnale di cambiamento non solo nei programmi ma anche nelle persone che riuscirà a coinvolgere”. Ma, ammette Menichini, “non credo sia possibile trovare un gruppo politicamente coerente e clamorosamente innovativo da poter convincere le altre forze politiche, come il Movimento 5 Stelle”.