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Bersani sbugiarda Grillo sui rimborsi elettorali ai partiti

Ne hanno fatto il loro marchio di fabbrica. Mentre il Pd sul tema del finanziamento pubblico ai partiti litiga, Beppe Grillo e il suo Movimento Cinque Stelle sono sempre stati convinti della necessità di abolirlo. “I rimborsi elettorali a nostro avviso sono frutto di una vera e propria truffa ai danni dei milioni di elettori che si sono già espressi con un referendum sul tema abolendo il finanziamento pubblico ai Partiti”, ha scritto il capogruppo grillino al Senato, Vito Crimi, sulla sua pagina Facebook, annunciando battaglia in Parlamento su questo tema. E il suo leader Beppe Grillo ha già annunciato di voler rinunciare alla propria quota di rimborsi per queste elezioni, 42,7 milioni di euro.

Soldi che però secondo il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, non gli spetterebbero. In un’intervista all’Unità, spiega: “Aver rinunciato ai rimborsi elettorali è senza dubbio una scelta molto popolare, ma in realtà Grillo ha rinunciato ad una cosa a cui non ha diritto”. Perché? “La legge al riguardo è molto chiara – chiarisce Misiani – accedono ai contributi pubblici solo le forze che si danno uno statuto democratico e questo non è il caso del M5S, nel cui non-statuto sta scritto che il simbolo – quindi il movimento – appartiene al sig. Beppe Grillo”.



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