Questa sera alla direzione nazionale del Partito Democratico Matteo Renzi non ci sarà. “È stata convocata all’ultimo momento e io avevo dei precedenti impegni da sindaco”, si è giustificato questa mattina a Radio Toscana. Ma è proprio la linea del sindaco toscano quella che Pierluigi Bersani vuole tentare di fermare con l’incontro trasmesso in streaming a Largo del Nazareno. Il punto non è sul qui e sull’ora. Sul tentativo di formare un governo da parte del segretario, tutti d’accordo. Concetto ribadito da Renzi questa mattina, “Bersani sta cercando di formare il governo e spero che ce la faccia. La mia serietà e lealtà sono fuori discussione”, ha detto in un collegamento radiofonico.
Il problema nasce sul dopo. Se Bersani dovesse inciampare sulla sua strada stretta, quale sarebbe il nuovo percorso da intraprendere per il Pd? È qui che le opinioni divergono. Bersani, lo dice da sempre più o meno velatamente, non vede altro che il voto in caso di fallimento del suo tentativo. Mentre c’è una parte del Pd che mal sopporta questo aut aut e auspica un governo di larghe intese con il Pdl.
Tra queste due linee ieri è stato scontro aperto. Con le parole del renziano Graziano Delrio (“Pronti a un governo di scopo con il Pdl”) e la risposta seccata di Stefano Fassina su Facebook: “È grave che, in ore decisive per la costruzione di un Governo adeguato alle sfide di fronte all’Italia, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il Pdl per un ‘Governo del Presidente'”.
La telefonata di Renzi e Bersani in serata sembra aver calmato le acque, almeno in apparenza. Ma le divergenze restano. E sono queste che Bersani vuole mettere a tacere questa sera chiedendo al suo partito sì un mandato aperto per trattare con tutti, ma con dei paletti precisi che allontanano e allontaneranno sempre Pd e Pdl dal governare insieme. Checché ne dicano Renzi e i renziani.