Mettiamoci il cuore in pace, quest’anno si gioca solo per il secondo posto. Facciano pure gli scongiuri i tifosi juventini di tutt’Italia, ma le cose stanno esattamente così. Merito della squadra di Conte, autrice di un campionato monstre addirittura migliore di quello scorso (vinto), ma anche colpa delle avversarie, che, per un motivo o per l’altro, hanno abbandonato (alcune non vi hanno mai nemmeno partecipato) la lotta al titolo. E’ il caso del Milan, persosi in una tempesta estivo-autunnale senza precedenti dalla quale si è sì salvato, ma troppo tardi. E’ il caso dell’Inter, partita invece a razzo senza aver però controllato il serbatoio, proprio come Lazio e Fiorentina, alle quali è mancata la continuità necessaria per puntare al primo posto. Discorso a parte per la Roma di Zeman/Andreazzoli: con il primo un campionato disastroso, con il secondo uno da vertice. Va da sé però che nel calcio il bilancio è uno solo, e quello giallorosso (ad oggi, è bene sottolinearlo) registra un quinto posto tutt’altro che esaltante.
A conti fatti solo il Napoli ha provato davvero a recitare il ruolo dell’anti Juve. Gli uomini di Mazzarri però (e forse anche il tecnico stesso) ne sono rimasti schiacciati proprio nel momento decisivo, quello del salto di qualità. Essere una pretendente ufficiale al titolo è ben diverso dal vivere una stagione da outsider: cambia tutto, dalle aspettative alla percezione dei risultati. Fa bene Mazzarri ad arrabbiarsi, da questo Napoli non si poteva pretendere di più. E allora è giusto interrogarsi sulla competitività del calcio italiano, che nell’immediato, Juve a parte, offre poco o nulla. A guardar bene però uno spiraglio di luce c’è. Nella prossima stagione avremo un Milan giovane e già assestato, un’Inter profondamente diversa (arrivassero davvero Icardi e Sanchez…), una Roma più assestata e una Fiorentina più consapevole dei propri mezzi. Meno certezze sulla competitività di un Napoli che si appresta a perdere Cavani e Mazzarri e di una Lazio prigioniera di limiti economici non valicabili, ma De Laurentiis e Lotito dimostrano da anni di saper fare calcio ad alti livelli. Tutto questo in aggiunta ad una Juventus stellare, quasi prigioniera dei propri spaventosi numeri. A 9 giornate dalla fine i punti in classifica sono 65, i gol segnati 57 (miglior attacco effettivo assieme alla Roma, che ne ha “realizzati” 3 a tavolino), quelli subìti solo 18. Tutto questo senza tralasciare Champions League (unica italiana ancora in corsa) e Coppa Italia (portata avanti fino alla semifinale). Di fronte a ciò alziamoci in piedi ed appaludiamo la banda di Conte. In attesa di gustarci un campionato vero.