La Cina rimbalza, l’Europa scende. A ribadire la tendenza dell’economia di Cina, Germania e Francia sono oggi i dati sull’indice Pmi Manifatturiero che misura i risultati combinati delle attività manifatturiere e dei servizi, e che ha come riferimento la quota 50, valore al di sopra del quale si può parlare di crescita del Paese. E se la Cina stupisce con il suo salto in avanti, lo stesso effetto, in negativo, lo causano i dati relativi a Germania e Francia, le due maggiori economie dell’eurozona.
L’aumento cinese a marzo
Il settore manifatturiero in Cina è un ripresa a marzo, anche se al di sotto del massimo da due anni di inizio 2013. L’indice Hsbc Pmi a marzo sale da 50,4 a 51,7 punti, sotto 52,3 di gennaio.
Gli economisti si attendevano un risultato di circa 50,8% e il superamento della soglia del 50% segnala sempre una crescita. Il dato arriva dopo una fase economica debole che ha indotto gli economisti ad abbassare le loro previsioni sulla crescita del Pil.
“Il dato manifatturiero delle Pmi è rimbalzato a 51,7 punti sulla base sulla base di nuovi forti ordini e sulla crescita della produzione. Ciò implica che l’economia cinese è sulla via della ripresa. L’inflazione resta gestibile, lasciando spazio di manovra a Pechino per una politica relativamente accomodante”, si legge su Business Insider.
Tuttavia, l’analista di Bank of America Ting Lu getta acqua fredda sui dati. Inoltre, il risultato contrasterebbe con i dati inferiori alle aspettative sulla seconda economia cinese.
L’indice Pmi dell’Eurozona
L’indice pmi complessivo dell’area euro, calcolato da Markit, scende da 47,9 punti a 46,5 punti, contro un atteso miglioramento a a 48,2 punti. Sopra i 50 punti l’indice segnala una fase di espansione economica e sotto i 50 punti una contrazione. L’indice pmi servizi dell’Eurozona cala da 47,9 a 46,5 punti e quello manifatturiero scende da 47,9 a 46,6 punti. La rilevazione è stata effettuata prima che esplodesse la crisi di Cipro.
L’indice tedesco sotto quota 50
Markit Economics ha reso noto che in Germania il dato preliminare relativo all’Indice Pmi Manifatturiero, nel mese di marzo, è sceso a 48,9 punti da 50,3 punti. Il dato è risultato inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato un indice pari a 50,5 punti. L’Indice Pmi dei servizi si è attestato a 51,6 punti in calo rispetto ai 54,7 punti rilevati in febbraio. Il consensus era per un indice pari a 55,0 punti. L’indice Pmi Composito finale, che misura i risultati combinati delle attività manifatturiere e dei servizi, è sceso a 51,0 punti in marzo dai 53,3 di febbraio, ai minimi degli ultimi tre mesi ma comunque al di sopra della soglia di equilibrio di 50,0 punti.
Il crollo di Parigi
L’indice composito Pmi (servizi e manifattura) fa segnare in Francia la peggior flessione dal marzo 2009. Nel mese di marzo, l’indicatore scende a 42,1 dal 43,1 del mese prima, secondo i dati di Markit Economics, che sottolinea come questi numeri mostrino ”un clima economico ancora negativo” per la seconda economia dell’Eurozona, stretta tra una disoccupazione crescente e lo sforamento del deficit rispetto ai paramentri di Maastricht, per cui il presidente François Hollande ha ottenuto un prolungamento di un anno per il rientro.