Grazie all’autorizzazione dell’editore del gruppo Class, pubblichiamo il commento di Edoardo Narduzzi comparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.
Da quando la materia fiscale è stata sottratta ai capricci e ai desiderata unilaterali di principi e sovrani, cioè da qualche secolo ormai in Europa, a nessun Parlamento è possibile votare un’imposta che si applica «soltanto a chi ha gli occhi gialli o a chi ha i capelli verdi». L’aliquota è differenziabile, per dare attuazione al principio della progressività, ma non si può pensare di introdurre una tassa che colpisca soltanto alcuni contribuenti titolari di reddito o di ricchezza, identificati sulla base di criteri puramente soggettivi.
È un principio di ordine generale che mira a evitare una possibile persecuzione fiscale da parte dei parlamenti nei confronti di minoranze o gruppi speciali. La logica costituzionale impedisce questa possibile xenofobia tributaria e, al di sopra della Magna Charta, spetta poi alle norme sovranazionali dei trattati internazionali, che hanno valenza costituzionale, rafforzare il principio e sottrarre i contribuenti ai possibili abusi.
La crisi di Cipro e la sua soluzione finale fanno piombare l’eurozona fiscale in una nuova terra incognita. Alla fine il salvataggio è stato un cocktail tributario talmente speciale da lasciare molti dubbi sulla sua capacità futura di saper sopravvivere ai pronunciamenti delle corti che se ne occuperanno nei prossimi anni su richiesta dei contribuenti colpiti. L’accordo tra il governo cipriota e le autorità europee prevede la concessione di un prestito di 10 miliardi a fronte di una tassazione di scopo di alcuni correntisti bancari. I contribuenti con depositi presso la Banca di Cipro e la Laiki superiori a 100 mila euro sconteranno una aliquota del 30% che, forse, salirà addirittura al 40%, e la conversione ex lege del resto dei depositi in azioni e obbligazioni della stessa banca. Quindi di fatto i depositi non hanno più alcuna liquidità fatta salva la prima tranche fino a 100 mila euro. Per le altre banche dell’isola l’aliquota una tantum sarà più contenuta, il 4%, prelievo che scatta sempre una volta superata la soglia dei 100 mila euro di deposito.
Ovviamente verrà sostenuto che al di sotto dei 100 mila euro, essendo i depositi garantiti dalla Bce, non è razionale applicare un’imposta che sarebbe una sorta di partita di giro, mentre il prelievo una tantum al di sopra si giustifica per l’eccezionalità del momento e le aliquote diverse tra le varie banche si spiegano perché la qualità degli attivi era non comparabile. Come dire, meglio azioni di una banca che esiste che doversi insinuare come creditore nella sua liquidazione. Ma è evidente a tutti che l’eurozona è entrata nella stagione della tassazione speciale per chi ha «i capelli rossi».