Aumenta lo scarto tra centrosinistra e centrodestra e il Movimento 5 Stelle raccoglie sempre più consensi. E’ quanto rileva Lorien Consulting, nel sondaggio pubblicato il 15 marzo scorso.
Se si tornasse subito al voto, la coalizione guidata dal Partito Democratico raccoglierebbe il 31,6% dei consensi, rispetto alla percentuale del 29,5% fatta registrare nel voto del 24 e 25 febbraio. Se Sinistra ecologia e libertà e gli altri partiti perdono voti, è il partito di Bersani a far crescere le preferenze, passando dal 25,41% al 28,7%, con un +3,3%.
Diversamente dalla coalizione dei progressisti, quella guidata dal Popolo della Libertà resta sostanzialmente sulle stesse percentuali del voto di febbraio. Nell’ultimo sondaggio, Pdl, Lega, Fratelli d’Italia e La Destra arrivano al 29,3%, rispetto al 29,2% di fine febbraio. Anche in questo caso, è il maggior partito, quello di Silvio Berlusconi, a trainare la coalizione, segnando un incremento del 2,2%.
Sulla stessa percentuale del centrodestra si colloca il Movimento 5 Stelle. Il partito di Beppe Grillo cresce ancora: dal 25,6% al 29,3%, risultando come il partito che registra l’incremento più alto: +3,7% in meno di un mese.
La coalizione guidata dal premier Mario Monti, invece, è l’unica a perdere voti. Dal 10,6% del 25 febbraio, scende al 7,3% del 15 marzo. Sia Scelta Civica (-1,6%), che Udc (-1,4%) e Fli (-0,3%) non fermano il calo di preferenze.
Sulla stessa scia dell’asse centrista, anche Rivoluzione Civile (-1,1%) di Antonio Ingroia e Fare per Fermare il Declino (-0,3%) fondato da Oscar Giannino.
Meglio tornare al voto, ma dopo la riforma della legge elettorale
Per quanto riguarda le vicende legate alla difficile formazione del Governo, la maggioranza (relativa) degli italiani (33%) pensa che sia più che opportuno tornare a votare ma solo dopo aver cambiato la legge elettorale. Il 21% ritiene sia indispensabile fare un governo di unità nazionale formato da centrodestra e centrosinistra. Scende la quota di elettori che ritengono fondamentale un asse Pd-Movimento 5 Stelle, che passa dal 19% al 9%. Solo il 7% poi ritiene che il ricorso immediato alle urne sia l’unica soluzione.
Le priorità
Infine, tra i provvedimenti ritenuti prioritari, il sondaggio Lorien dimostra come ancora alta sia la percentuale di persone che ritengono si debba partire dalla riduzione degli stipendi dei parlamentari (75%), dalle politiche occupazionali (73%), dalla legge anti-corruzione (67%), dal dimezzamento dei parlamentari e dalla cancellazione delle Province (63%). Chiude la top five, il ripristino dei fondi tagliati alla sanità e alla scuola pubblica (62%). Subito dopo, c’è la legge sul conflitto di interessi, negli ultimi giorni tanto discussa, che raccoglie il 60% delle preferenze.