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Dopo il ticket Boldrini-Grasso, le prossime mosse di Bersani (e Napolitano)

Dopo la festa per le elezioni della coppia Boldrini e Grasso, il risveglio in casa Pd non è stato dei più semplici. I giornali berlusconiani e anche il Corriere della Sera hanno interpretato l’arrocco nella minoranza maggioritaria di Bersani e Vendola come una strategia volta a tornare alle urne già a fine giugno. La scommessa del segretario dei Democratici è quella di aprire un contenzioso significativo dentro il Movimento 5 Stelle indebolendo il suo appeal presso l’elettorato, di isolare un Berlusconi prossimo ad eclatanti provvedimenti giudiziari, di stoppare la rincorsa di Renzi non offrendo la possibilità di primarie-rivincite.

Bersani chiederà quindi l’incarico a Napolitano, presenterà un governo di alto profilo (e di sinistra) e ricatterà, politicamente parlando, il Parlamento: datemi fiducia o chiederemo direttamente agli italiani di esprimersi. La strategia è alquanto avventurosa e si propone di spaccare tutte le opposizioni: M5S, Pdl, Lega e l’esigua pattuglia dei montiani. Ci riuscirà? E, soprattutto, gli elettori che lo hanno già bocciato si lasceranno riconquistare dall’improbabile smacchiatore di giaguari?

I mercati finanziari e l’economia reale non possono permettersi un rischio così alto. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha una bella gatta da pelare. Bersani però gli offre una involontaria sponda. Avendo promosso due outsider per gli scranni più alti di Montecitorio e Palazzo Madama, perché ripiegare su un nome ‘vecchio’ proprio a Palazxo Chigi. Il vento del cambiamento potrebbe soffiare anche a piazza Colonna. E allora sì che i giochi potrebbero riaprirsi. Sul serio.



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