Pietro Paolo Mennea, atleta, avvocato, scrittore, dirigente sportivo, politico ma soprattutto recordman indiscusso dei 200 metri piani, era nato a Barletta, in Puglia, il 28 giugno del 1952.La famiglia era modesta, il papà sarto, la madre casalinga: lui si diploma ragioniere e poi si iscrive all’Isef, l’Istituto superiore di educazione fisica.I primi successi in campo sportivo arrivano presto: nel 1971, debutta ai Campionati europei con un terzo posto nella staffetta 4×100 metri e un sesto nei 200 metri. Il debutto olimpico, invece, arriva l’anno dopo a ai Giochi olimpici estivi di Monaco di Baviera, in Germania, dove ottiene un terzo posto, dietro al sovietico Borzov e all’americano Black.Da allora per la “freccia del Sud”, com’era soprannominato, fu un’escalation di successi e di medaglie: fra cui va ricordato l’oro olimpico a Mosca nel 1980.È, tuttavia, soprattutto il record del mondo nei 200 metri piani alle Universiadi del 1979 a Città del messico a brillare nel suo palmares: 19″ e 72 centesimi rimasto nella storia, imbattuto per 17 anni fino al 1996 quando venne superato da Michael Johnson.Mennea ha sempre alternato la sua attività agonistica e i suoi record con un’intensa vita di studi. Si è laureato 4 volte: in Scienze politiche, Giurisprudenza, Scienze motorie e Lettere.Una volta ritiratosi dai campi di gara ha svolto prevalentemente la professione di avvocato assieme alla moglie Manuela ma è stato anche commercialista, curatore fallimentare, insegnante di educazione fisica, dirigente sportivo, scrittore (di almeno 20 libri) ed europarlamentare tra il ’99 e il 2004.Affetto da tempo da un male incurabile è morto in una clinica di Roma all’età di 61 anni.
Pietro Mennea, il recordman indiscusso dei 200 metri
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