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La pugnalata alla schiena del rogo di Napoli

La speranza – l’unica per lenire – e’ che non sia doloso, che non si tratti di suicidio della città’ ma della solita tragica fatalità’. Come un terremoto…

Quello che ci rende enormemente tristi è che un simbolo importante va letteralmente in fumo. Napoli, la città della camorra, dei rifiuti nelle strade, del lavoro sommerso, dell’inciviltà che travalica l’onestà e la compostezza… nella Città della Scienza rappresentava i napoletani che deturpati dalla stampa internazionale, distrutti nello spirito e nell’orgoglio, soffrono e spingono, e votano il cambiamento e resistono, e costruiscono anche il meraviglioso tempio. E trasformano una delle città più tragicamente belle del mondo in una delle capitali internazionali della scienza, dell’innovazione, del lavoro. Come si fa a non citare il grande De Filippo e la sua Miseria e Nobiltà?

Se la distruzione di uno dei simboli dell’Italia che ce la può fare è stato un corto circuito o qualcosa del genere allora questo scempio è solo figlio dell’incompetenza. Abbassiamo il profilo delle citazioni: c’è forse uno Schettino dietro tutto questo? Ma se l’incendio è doloso, se l’incendio è un messaggio recapitato con selvaggia, lucida crudeltà a essere colpiti – imbecilli – non sono i manager che gestiscono gli appalti, chi non ha pagato o pagherà, chi doveva assumere e non lo ha fatto o chissà cosa altro… questa è una pugnalata nella schiena a Napoli, a tutti i napoletani e ai loro figli. Un’altra ferita gravissima alla sua reputazione internazionale perché quello che è accaduto fa paura e quanti – nel mondo – cambieranno programma?

Questo Paese sembra colpito da una maledizione.

 

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