La scorsa settimana l’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano ha presentato il suo consueto Rapporto sulle fonti rinnovabili non fotovoltaiche, un’analisi accurata e dettagliata degli andamenti del mercato mondiale e nazionale nel settore della produzione elettrica “green”. La fonte eolica, che in Italia ha registrato una (prevista) battuta d’arresto dopo la netta revisione della politica incentivante, sembra godere di buona salute in gran parte del mondo.
Vediamo qualche dato. Nel 2012 l’eolico ha segnato una crescita della potenza cumulata di circa il 20%, arrivando ad oltre 280 Gigawatt installati su tutto il pianeta. Le nuove connessioni nel 2012 sono state pari a oltre 44 Megawatt, con un incremento significativo rispetto all’anno precedente (+10%).
Cina e Stati Uniti
I primi due mercati sono come sempre Cina e Stati Uniti: in entrambi i Paesi sono stati installati nel 2012 circa 13 Gigawatt. Particolarmente significativo il dato americano, dove l’eolico ha superato per la prima volta il gas in termini di “nuova potenza installata”. Ciò vuol dire che nell’ultimo anno le pale eoliche a stelle e strisce hanno rappresentato la prima fonte energetica nel Paese se si considerano solo le nuove installazioni. Bisogna sottolineare che il dato, veramente molto alto, è stato irrobustito da una sorta di “corsa all’allaccio delle pale”, perché gli operatori temevano un taglio degli incentivi (in scadenza al 2012) che poi il “Fiscal Cliff” ha risparmiato.
Europa
I dati europei confermano una buona crescita delle nuove centrali eoliche anche nel Vecchio Continente, soprattutto in Germania, dove però a fronte di un incremento di 2,5 Gigawatt di potenza installata si è registrato un calo importante della produzione elettrica (-8%), principalmente per ragioni legate alla scarsa ventosità. Ma attenzione: in Germania, di gran lunga il Paese europeo che più ha favorito le wind farm, non più del 7% della produzione elettrica totale è garantita dalle pale eoliche (il carbone la fa ancora da assoluto padrone).
Nel resto d’Europa buone performance arrivano dall’Est: Romania, Polonia e Bulgaria hanno avviato diversi importanti campi eolici (ma i Governi stanno rivedendo al ribasso gli incentivi anche da quelle parti).
E in Italia?
Nel nostro Paese siamo stati abituati a osservare negli ultimi una crescita costante: circa 1000 Megawatt di potenza eolica installata ogni 12 mesi. Anche il 2012 non ha tradito il trend: nuova potenza per 1.273 Megawatt, dato che porta il computo totale a più di 8.000 Megawatt complessivi. Dopo Germania e Spagna, il Belpaese si insedia al terzo posto europeo per potenza eolica installata, che peraltro si concentra in poche regioni del Sud: Sicilia, Puglia, Campania, Sardegna, Calabria. I progetti per le nuove wind farm interessano principalmente la Basilicata, la Campania e la Puglia.
Le previsioni
Le previsioni per il futuro non sono però rosee, soprattutto per i grandi impianti. Il nuovo sistema di incentivazione (introdotto dal decreto 6 luglio/2012) pone diversi paletti amministrativi e finanziari che di fatto ostacolano una larga partecipazione al “gioco”. Sulla base dell’andamento delle aste, si può prevedere un dimezzamento del mercato, mentre in grande sviluppo è il minieolico (ovvero gli impianti con potenza inferiore a 200 kW), tecnologia non interessata dal sistema delle aste e più facile da realizzare anche per una maggiore accettabilità riscontrata da parte di enti locali e cittadini (tutti, non solo quelli a 5 Stelle).
Giovanni Galgano
managing director Public Affairs Advisors