Il premier nipponico Shinzo Abe scombina i piani anche dei giapponesi, non solo dei leader irritati dalla sua politica monetaria aggressiva. Il piano di stimolo della stagnante economia del Paese passa anche attraverso la firma di trattati commerciali che sorreggano l’export del Paese, ma che vedono l’opposizione delle lobby che si battono in difesa del protezionismo verso Europa e Usa.
La Japan Agriculture
Quando non si dedica alla sua coltivazione di riso nelle montagne dell’isola Shikoku, Hitoshi Kondo è un banchiere degli agricoltori giapponesi. Negli anni Kondo, impiegato della Japan Agriculture (Ja), la cooperativa che finanzia 2,2 milioni di agricoltori giapponesi e che regola la vita nelle campagne del Paese, ha gestito la rete di supermercati della Ja e ha venduto le assicurazioni che la cooperativa propone. Ma Kondo, si legge sul Financial Times, è preoccupato dai programmi del premier, che potrebbero danneggiare fortemente la sua vita e quella dei suoi clienti, dando vita alla partnership Transoceanica, la Tpp, un accordo commerciale in fase di negoziazione tra gli Usa e altri dieci Paesi.
L’agricoltura in Giappone
Gli agricoltori rappresentano meno del 4% dei lavoratori giapponesi e generano solo l’1% del Pil. Ma il favore per le barriere all’import di Ja e dei suoi alleati al ministero dell’Agricoltura hanno fortemente rallentato il processo di negoziazione dell’accordo da parte giapponese. Il Paese ha firmato solo pochi bilaterali trattati con Messico, Svizzera e Perù.
Le barriere all’import
Le aziende agricole giapponesi sono infatti tra le più protette al mondo, con metà dei redditi medi provenienti da sussidi statali. La proporzione è molto più alta che altrove, con un quinto registrato in Europa e un decimo negli Usa. Ja avvisa che se il Giappone aderisse al Tpp “potremmo non essere più in grado di mangiare in sicurezza”. E il ministro dell’Agricoltura ha dichiarato che senza barriere commerciali il prodotto agricolo giapponese potrebbe crollare del 50%.
Gli obiettivi di Abe
Ma Abe e i suoi consiglieri credono che il libero scambio possa stimolare l’economia migliorando l’accesso ai mercati stranieri, costringendo le imprese giapponesi, comprese quelle agricole, ad essere più produttive e competitive.
“Il riso giapponese è il migliore al mondo”, continua a ripetere Kondo. “Dovremmo considerarlo la Mercedes del riso”.