Skip to main content

Giornalismo, grillismo e…autoritarismo

“La casta dei giornalisti è peggio di quella dei politici, i politici li capisco sono terrorizzati invece i giornalisti cominciano ad esserlo perche’ i giornali chiudono, le televisioni sono in difficolta’ e la rete… inglobera’ tutto questo sistema medievale di fare informazione.Date una carezza anche a loro”. Lo ha detto Beppe Grillo, durante un intervento telefonico in diretta su una web tv. Grillo ha citato il giornalista che ha fatto una domanda ai due capigruppo del M5S dopo i colloqui al Quirinale: “Quella voce la conosco – ha detto – si tratta di un povero ragazzo frustrato e sfruttato che deve dire di aver sentito una cosa, scriverla e poi smentirla per avere 10 euro a pezzo. Cosi’ porti a casa uno stipendio – aggiunge Grillo – si tratta di apprendisti giornalisti. Ma noi toglieremo i finanziamenti diretti e indiretti”.

Sono frasi agghiaccianti, pronunciate da un personaggio pubblico, Beppe Grillo, che ha certamente beneficiato per decenni del sistema dei media negli anni d’oro e che ora, con il guru Casaleggio, è innegabilmente parte di un disegno di globalizzazione destinato ad amplificare le storture manipolatorie che pure esistono nel mondo dell’informazione. Che la Rete stia modificando il sistema di gestione e trasmissione delle informazioni non v’è dubbio. Che essa stia mettendo in un angolo la categoria dei giornalisti, sollecitandone un aggiornamento professionale e una ridefinizione di competenze e technalities è altrettanto innegabile. Ma che la ricetta per realizzare una sana democrazia dell’informazione (che oggi per alcuni aspetti non c’è) sia quella di uccidere la categoria dei giornalisti e celebrarne le esequie in Rete, in nome di un finto egualitarismo nell’esercizio della libertà d’espressione, questo è davvero troppo.

A pensarla così erano i regimi autoritari, che misero le mani sull’informazione riducendola a “instrumentum regni” e sottoposero la selezione dei giornalisti a rigidi filtri ideologici, politici e culturali. L’azzeramento di tutte le conquiste di libertà che il mondo del giornalismo, pur con tutti i suoi limiti, ha conseguito, rappresenterebbe un salto nel buio e consegnerebbe definitivamente le mani dell’informazione ai “poteri forti” internazionali, che, attraverso la manipolazione sistematica di opinioni e abitudini di consumo, otterebbero lo scopo che inseguono da sempre: il controllo dell’individuo in ogni suo ambito, da quello dei consumi a quello dell’esercizio del diritto di voto. Nella biografia di Grillo e Casaleggio ci sono le conferme di queste mie affermazioni…


×

Iscriviti alla newsletter