Premessa: si tratta di soldi privati e non pubblici. Detto ciò, la gestione degli stessi avviene senza alcuna rendicontazione, nessuna decisione presa in maniera democratica, nessuna possibilità di partecipazione da parte dei militanti. Pertanto, tanti sono gli interrogativi sull’attività economica intorno al blog di Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle. Con, all’orizzonte, un rischio concreto di conflitto di interessi.
E’ il giornalista Federico Mello, autore di un recente saggio sul Movimento 5 Stelle, a cercare di ricostruire il pianeta Grillo e i punti di contatto con la Casaleggio Associati, la società del guru, Gianroberto Casaleggio.
Gli introiti del blog
Da dove provengono le risorse che finanziano il blog di Beppe Grillo e l’”associazione non riconosciuta Movimento 5 Stelle”? Possono essere riassunte in sei fonti. Anzitutto la quota annuale versata dagli associati, i contributi volontari di persone fisiche, di enti pubblici e privati, le sovvenzioni dello Stato, delle Regioni o di Enti sopranazionali, gli eventuali proventi derivanti dalla fornitura di servizi e infine le donazioni e lasciti testamentari. Ma più di tutte, la pubblicità che grazie al boom dei contatti fatti registrare dal blog, sapientemente gestito dalla Casaleggio Associati, ha determinante un fortissimo incremento delle entrate nelle casse grilline.
La pubblicità
BeppeGrillo.it, ad oggi, risulta essere uno dei blog più visitati d’Italia e questo di conseguenza gli permette di incassare non pochi soldi dalla pubblicità. “Secondo le rilevazioni della web company Alexa – ha scritto Paolo Bracalini del Giornale– nei mesi della campagna elettorale di Grillo (lo tsunami tour) il numero degli accessi al blog del comico sono aumentati dell’82%. Le pagine viste del 96%. Se ci limitiamo agli ultimi trenta giorni, che più o meno corrispondono al boom elettorale M5S, la percentuale schizza al 107% per gli utenti e più 124% per le pagine viste. Significa che con le elezioni il sito ha raddoppiato la sua audience”.
Mello fa notare che nel bilancio 2011 della Casaleggio Associati, approvato in data 28 giugno 2012, risulta che, a fronte di un passivo per l’anno precedente di circa 57mila euro, “per l’esercizio 2012 sono prevedibili un aumento delle attività di consulenza, con una conseguente crescita del personale, lo sviluppo dei ricavi legati alla produzione di e-book e alla promozione online di prodotti per diverse categorie merceologiche”.
Il Sole24Ore ha stimato i possibili incassi derivanti dalla pubblicità. “Il traffico stimato raggiunge 1,5 milioni di pagine viste al giorno, 175mila utenti”. Il ricavo medio stimato è di 5 euro ogni mille pagine visitate, quindi un ricavo annuo tra i 5 e i 10 milioni di euro. C’è da considerare poi che queste stime non prendono in considerazione gli altri profili collegati al blog di Grillo, che porterebbero ad un ammontare di incassi ancor più consistente.
Il merchandising e le donazioni
Il boom di contatti permette al blog del comico genovese di poter vendere altri prodotti, come libri, dvd e magliette; un merchandising appositamente gestito da Grillo Rama.
Per quanto riguarda invece le donazioni volontarie, Grillo e Casaleggio prima del voto di febbraio avevano annunciato un obiettivo: raccogliere un milione di euro. Ne hanno raccolti più della metà, 571. 625 euro. Ogni versamento andava a favore del “Comitato nazionale elezioni movimento 5Stelle”. Di questo, fa notare Federico Mello, “nessuno conosce la composizione, i membri, i criteri di spesa. Viene specificato ‘ogni spesa sarà documentata’ ma finora nessuna voce è stata chiarita”.
I dubbi sulla Casaleggio Associati e il rischio di conflitto di interessi
E’ dall’analisi del bilancio di Gianroberto Casaleggio che si pongono alcuni interrogativi. Nell’esercizio del 2011, a fronte di ricavi per 1 milione 4mila euro, la società spende 132mila euro per “materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci”, 179mila euro “per godimento di beni di terzi”, 314mila euro per i costi del personale e ben 787mila euro per “servizi”. Quest’ultima è la voce più corposa.
Dal momento, osserva Mello, che le spese più ingenti dovrebbero riguardare gli stipendi dei dipendenti e le attività collegate alle manutenzione dei server, “com’è possibile allora che una società di servizi investa più della metà del suo bilancio proprio in servizi?”. Di qui, un’ipotesi: nella voce “servizi” potrebbero esser “conteggiate le royalties che Casaleggio gira annualmente a Grillo. È infatti l’azienda milanese a sobbarcarsi i costi di tour e campagne, ad anticipare le spese, a incassare i ricavi e poi a girare a Grillo la sua parte in base agli accordi interni”.
E’ legittimo pertanto chiedersi: “Chi lavora per chi? Com’è organizzata la catena di comando?” E’ Casaleggio a lavorare per Grillo o il contrario? Interrogativi che aprono ad un eventuale rischio di conflitto di interessi, visto che Grillo, nella sua attività politica, potrebbe avere – il condizionale è d’obbligo – come principale, certo non unica, finalità quella di incrementare gli incassi della società del guru.