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Grillo accenderà la miccia anti austerità in tutt’Europa

Le recenti elezioni in Italia hanno visto il sorgere di una nuova forza politica e la partenza della sfida di formare un nuovo governo. Credo che dovremmo guardare al di là di questo. Il voto contro Monti e l’austerità mette qualsiasi governo italiano, qualora si riesca a formarlo, in contrasto con le politiche tuttora seguite in tutta la zona euro. Gli italiani hanno offerto ai loro politici un chiaro mandato per il cambiamento. Hanno votato a favore dello stimolo non dell’austerità e dovremmo chiederci se il “piano Outright Monetary Transactions (Omt)” debba applicarsi in Italia quando il loro governo non avrebbe alcun mandato per accettare qualsiasi condizionalità potenziale. Quindi, a meno che gli europei non allentino la loro fissa verso gli obiettivi di austerità e di bilancio, l’aumento del rischio determinato dal risultato elettorale italiano risiede in tutta la zona euro, non solo in Italia.

Le tre sconfitte dell’euro. 1: Lo spread alle stelle

A mio avviso si corre il rischio di giungere ad una terza fase della sconfitta dell’euro. La prima fase si è conclusa la scorsa estate, quando gli investitori obbligazionari hanno portato i rendimenti delle obbligazioni sovrane sempre più in alto nei Paesi periferici più deboli, creando una situazione in cui i Paesi interessati non potevano più permettersi l’interesse sulle obbligazioni lanciate di recente per sostenere i loro bilanci.

2: L’Omt salva-investitori, ammazza-Ue

La seconda fase è iniziata lo scorso luglio, quando Draghi ha detto che avrebbe fatto ‘tutto il possibile’ per salvare l’euro e abbiamo visto nel mese di settembre l’istituzione del piano di sostegno Omt e la supervisione comune delle banche nell’area dell’euro. Ciò ha anche fatto in modo che il Cancelliere Merkel questa volta si rendesse conto che, attraverso questa politica, sarebbe più probabile sostenere la sua rielezione a settembre 2013 di quanto invece farebbe la fine dell’euro e l’implosione del sistema finanziario europeo. Quindi gli investitori obbligazionari sono stati effettivamente salvati da Draghi. L’euro potrebbe ancora fallire, ma ci vorrebbero Paesi che decidessero di lasciarlo (anziché l’alternativa di accettare il piano Omt e le condizioni della Bce di austerità e riforme strutturali), piuttosto che essere in balia dei mercati obbligazionari.

3: La ribellione verso l’austerità

Così che cosa è questa terza fase? Per me, è l’arrivo del momento in cui i Paesi scelgono di rompere con l’austerità. L’Omt impone condizioni gravose che dovrebbero comprendere l’austerità e le riforme strutturali.

L’esempio del voto italiano

Per l’Italia, l’elettorato ha appena dato un inequivocabile pollice verso il basso nei confronti dell’austerità. (Si potrebbe sostenere che abbiamo visto un voto simile in Francia lo scorso anno, ma Hollande intendeva almeno ridurre il deficit, aiutato da aumenti delle tasse). In Italia non c’è un governo ancora chiaro. Penso che sia più probabile che il Partito Democratico, con la sua maggioranza alla Camera dei Deputati, formerà un governo di minoranza, basandosi sugli altri partiti per ottenere i voti di volta in volta. Pertanto gli unici voti saranno quelli in accordo con il Partito Democratico stesso, il Popolo della Libertà o il Movimento Cinque Stelle.

Un copione già rivisto

Bersani ha proposto un ordine del giorno basato sulla riforma politica, l’allentamento dell’austerità e la promozione di posti di lavoro. Certamente Grillo sostiene la riforma politica e l’allentamento dell’austerità. Anche Berlusconi è contro l’austerità, soprattutto se si verte sulla tassa di proprietà.
Quindi vi è un terreno comune. Ma non lo abbiamo già visto in precedenza?

Più flessibilità sui bilanci? Il no tedesco

Che possibilità hanno i tre principali partiti che accettano una riforma strutturale impopolare o l’aumento delle tasse/tagli delle spese per pagare per i loro stimoli? Di qui l’arrivo della terza tappa in Italia, l’allentamento di austerità. Ma cosa significa? Le autorità europee saranno disposte ad assistere alle politiche a favore della crescita e all’aumento dei disavanzi emanate in Italia? Il Fmi sembra favorire sempre più la crescita rispetto all’austerità, ma i tedeschi, in particolare, non sembrano poi così prossimi a questo. È vero che c’è stato uno slittamento a obiettivi di disavanzo in tutta la zona euro, ma non sono a conoscenza di Paesi che violano sfacciatamente la direzione di questi obiettivi – ma l’Italia, finora ancora con nessun governo, ha effettivamente il mandato per farlo.

Il mandato per il cambiamento

In Italia non c’è ancora un governo chiaro. Attualmente l’attenzione in Italia è sulla capacità di formare un governo. Sarà una grande coalizione o un governo di minoranza politica frammentata? Se c’è un governo formato in seguito al riavvio del parlamento il 15 marzo, quanto durerà prima che i partiti con ideologie molto diverse si trovino in disaccordo e chiamino un’altra elezione? Con questa prospettiva dobbiamo tornare all’Italia pre-Berlusconi quando le elezioni hanno avuto luogo quasi tutti gli anni? Queste domande avranno risposta nel tempo, ma sono particolarmente interessato all’implicazione delle elezioni sulla politica futura, dato che i politici hanno ricevuto il mandato per il cambiamento, vale a dire di strappare i piani di austerità.

L’impossibilità di ricorrere all’Omt

Inoltre, l’instabile equilibrio politico significa che i tagli fiscali e gli aumenti di spesa possono passare, ma è improbabile che le politiche impopolari o di austerità incontreranno l’approvazione comune. Se gli investitori obbligazionari percepiscono che un contesto del genere è insostenibile, dovremmo vedere gli spread italiani allargarsi. Prima delle elezioni, ci saremmo aspettati che l’Omt venisse in soccorso, ma se ciò significa ancora austerità, l’Italia non ha un leader tra i tre attuali partiti principali, che abbia un mandato per accettare un tale capovolgimento. Senza l’Omt ritorniamo alla fase uno della crisi dell’euro, con i mercati obbligazionari che dettano non solo il senso di marcia, ma forse anche la fine del gioco.

Per il voto tedesco Merkel non vuole che l’euro salti

Come possiamo evitare una situazione del genere? Se lo stimolo italiano è lieve e il deficit di bilancio non è fuori fase in altri Paesi, non ci dovrebbe essere alcun motivo per penalizzare le obbligazioni italiane – dopo tutto, l’Italia attualmente gestisce un avanzo primario. Se le previsioni delle autorità europee, come il Fmi, sono ora meno fissate sull’austerità e colpiscono gli obiettivi, l’Italia otterrà più margine di manovra. Fino a settembre di quest’anno, la Merkel presumibilmente vorrà evitare il dramma dell’Eurozona. E’ seduta sui sondaggi e non desidera che ciò costituisca un disturbo. Sarà interessante sentire le opinioni di Draghi sull’Italia alla conferenza stampa dopo la riunione della Bce della prossima settimana.

William Davies

Responsabile Azionario Globale di Threadneedle Investments, società internazionale di gestione degli investimenti

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