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Grillo sbraita ma ha la memoria corta

E’ di ieri l’ennesima volgare presa di posizione del comico Grillo a proposito del mondo dell’informazione. I giornalisti, secondo lui, sarebbero pagati dai partiti per parlare male del Movimento Cinque Stelle, la Rai sarebbe interamente lottizzata e due delle reti pubbliche dovrebbero essere messe sul mercato per evitare la sudditanza dell’informazione alla politica. Grillo non è nuovo a considerazioni del genere sul mondo dell’informazione. Il suo disprezzo per i giornalisti è notorio, ma qualcuno dovrebbe sommessamente fargli notare un paio di cose. Ad esempio, la censura dei media tradizionali nei confronti del suo movimento è più che altro un’autocensura. Ai giornali e alle televisioni è stato impedito di occuparsi del Movimento Cinque  Stelle perchè i suoi candidati avevano l’obbligo di non parlare con i giornalisti. Quelli che l’hanno fatto sono stati trattati come dissidenti. Se alcuni di quei candidati si fossero mostrati ai microfoni dei giornalisti sarebbero stati capaci di reggere una conversazione su temi concreti, su problemi di tutti i giorni, sull’emergenza economica piuttosto che sulle necessarie riforme istituzionali? Forse Grillo conosce i suoi “polli” e ha preferito sottrarli all’imbarazzo delle telecamere? Il successo di quei candidati non si deve anche al fatto che chi li ha votati non li ha veramente conosciuti e non ne ha toccato con mano le modeste (in alcuni casi modestissime) capacità? E i giornalisti di cosa dovrebbero sentirsi in colpa? Di non essere riusciti a intervistare e a dare spazio a chi rifiutava ogni dialogo? Ma Grillo è nato con la televisione e sa molto bene come funziona la tv pubblica. Forse quando lui imperversava in prima serata sulle reti televisive la Rai non era già lottizzata come ora? Lui faceva beneficenza o incassava lauti emolumenti pagati da tutti gli italiani con il canone? Stupisce che solo ora un comico che ha costruito le sue fortune anche grazie alla tv pubblica addossi le colpe al mondo dell’informazione, del quale lui è, in fondo in fondo, neppure troppo in fondo, un insigne beneficiario. Ma si sa, quando la gente è esasperata, al momento del voto a queste cose non pensa…


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