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La battaglia di intellettuali e giovani argentini contro Papa Francesco

Nessuno è profeta nella propria terra. Neanche se si tratta di un Papa. Mentre la folla acclamava il “Papa nuestro” nella Plaza de Mayo a Buenos Aires, un gruppo di intellettuali di sinistra (sostenitori del kirchnernismo, la corrente politica dei coniugi Néstor de Cristina Kirchner) attaccava Jorge Mario Bergoglio da una tribuna pubblica in tv. Il portavoce era Horacio González, presidente della Biblioteca Nazionale e rispettato intellettuale schierato con il governo dei “K”.

Le critiche di González hanno colpito persino la sua ammirata Cristina Fernández de Kirchner. La causa? L’avvicinamento di lunedì alla vigilia dell’inaugurazione del pontificato: “Com’è possibile osannare adesso un Papa che quando era cardinale veniva visto come un avversario, o perfino un nemico? La risposta è semplice: non si può”, ha detto González a Carta Abierta, trasmissione di un gruppo di intellettuali sostenitori del governo.

Sociologo e docente universitario, González ha scritto una quarantina di libri negli ultimi anni. Edita la rivista “Ojo mocho” insieme agli scrittori argentini María Pía López e Christian Ferrer e fa parte del gruppo Carta Abierta con Nicolás Casullo, Horacio Verbitsky e Ricardo Forster.

Il passato oscuro

Il polemico intervento è avvenuto sabato scorso e il video può vedersi qui. Le critiche sono state ripetute in un editoriale pubblicato ieri sul quotidiano argentino Página 12 con il titolo “Un Vaticano peronista?”. Secondo González, l’errore più grave commesso da Bergoglio è stato quello di aver scelto il silenzio durante il regime dittatoriale. In passato Bergoglio aveva avuto legami con la destra peronista degli anni ’70 e l’oscura organizzazione “Guardia de Hierro”, secondo lo scrittore.

Lo stile demagogico

“Conosciamo bene lo stile di Bergoglio, è uno stile demagogico”, ha detto l’intellettuale “K”, che critica la simbologia linguistica con l’uso di riferimenti popolari. Un mix di tango e calcio nel quale cadono intrappolati tutti.

“Quello che conta non è che il Papa paga il conto dell’albergo, ma che lo fa davanti a milioni di fedeli: questo è un processo di costruzione simbolica che Bergoglio ha sempre saputo gestire molto bene”, ha aggiunto González. Una strategia mediatica che fa molto più effetto nel contesto della magnificenza del Vaticano.

Secondo l’intellettuale, con Bergoglio ci si avvia verso “un processo culturale di recupero della mobilitazione popolare sul modello del fascismo”. Un rischiosissimo passo indietro.

Giovani K in ribellione contro Bergoglio

Anche i giovani “K” si sono trovati in difficoltà davanti alla nomina di Papa Francesco. Bisognava gioire in coerenza al sentimento nazionalista sempre diffuso dai Kirchner? O criticarlo attraverso blog e social network perché si tratta, comunque, di un nemico storico dei leader K? I ragazzi che sostengono il kirchnerismo, purtroppo, non hanno la stessa autonomia di pensiero degli intellettuali di Carta Abierta.

Ma il mandato è arrivato dal deputato Juan Cabandié: il capo gruppo della coalizione K ha ordinato il ritiro del suo gruppo quando il Parlamento ha deciso di omaggiare Papa Francesco durante la sessione di giovedì scorso.

Dal blog “Tirando al Medio”, “Hijos” e altre organizzazioni giovanili della sinistra radicali, sono partite le critiche e le proteste contro quel connazionale demagogico, nemico dell’Argentina, che ora è alla guida del Vaticano.



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