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Italia e Ungheria in pieno golpe bianco

Leggo su “Repubblica” la cronaca allarmata delle modifiche costituzionali introdotte in Ungheria dal premier Viktor Orban. Le modifiche avrebbero comportato la svolta autoritaria del Paese. Nell’articolo del 5 marzo 2013 (a firma di Andrea Tarquini) si parla di “golpe bianco” e di “strappo gravissimo ai valori europei”. Riporto il passaggio centrale del pezzo:

Ecco i punti più pesanti delle molte, gravi modifiche costituzionali volute dal premier nazionalpopulista ed euroscettico magiaro, tutte leggi che egli aveva fatto passare ma che la Consulta aveva respinto. Ora i giudici supremi non possono più rigettarle, perché appunto sono nella Costituzione:

1-L’esecutivo ha diritto di limitare la libertà d’espressione. La formulazione è abbastanza vaga da aprire spazio a pericolosi abusi. Si autorizzano questi superpoteri in nome della difesa “della dignità della Nazione, dello Stato e della persona”, oltre che vietare i “discorsi di odio”.
2-La Corte costituzionale non potrà più sollevare obiezioni di sostanza ma solo di forma su emendamenti alla Costituzione, e decadono le sue decisioni precedenti il gennaio 2012, cioè soprattutto ricusazioni di leggi liberticide su stampa o giustizia o scuola volute da Orbàn.
3-La famiglia riconosciuta dallo Stato è solo l’unione ufficializzata da matrimonio di una coppia eterosessuale che si sposa al fine di fare figli. Nessun altro tipo di unione avrà pari dignità con la famiglia sposata etero che vuole prole.
4-Non tutte le religioni saranno riconosciute come tali a pari dignità, bensì soltanto quelle definite come tali dalle recenti leggi del governo.
5-Il vecchio partito comunista del passato (che nel 1988-89 divenne Partito socialista e attualmente è divenuto una forza politica affiliata ai socialisti europei come Pd o Spd o il ps francese o il New labour) è definito nella costituzione “associazione criminale”, quindi di fatto processi politici diverranno possibili”.

Confesso che mi sono molto preoccupato non tanto per l’Ungheria ma per l’Italia:

1. Limiti alla libertà d’espressione: ma in Italia non si cerca di far approvare una legge che sanziona chi professa idee e convinzioni contro la parità sessuale, l’Olocausto etc.? la questione è delicata e, pertanto, voglio essere chiaro: personalmente sono fermamente convinto che non ci siano argomenti fattuali logici e giuridici per negare la parità sessuale o l’Olocausto, ma registro che la loro protezione tramite legge potrebbe portare alla limitazione della libertà di espressione in nome della “persona” che, stando a “Repubblica”, configura un golpe bianco;

2. Limiti alla Corte costituzionale: la Corte è chiamata a sindacare la legittimità costituzionale delle leggi non costituzionali. La Costituzione è modificabile dal Parlamento secondo le procedure previste dalla Costituzione medesima. Sul loro rispetto vigila la Corte. Sottoporle, preventivamente, anche le modifiche alla Costituzione significherebbe limitare il Parlamento che rappresenta il popolo sovrano. In questo caso, non occorre riconoscersi nell'”originalismo” per chiedersi quale potrebbe essere il vero golpe in bianco;

3. Famiglia: temo, allora, che anche la ns Costituzione abbia già il germe del golpe ungherese;

4. Pari dignità delle religioni: allora anche il ns ordinamento è golpista: le religioni devono essere “riconosciute” come tali. Personalmente condivido che debba riconoscersi pari dignità a tutte le religioni. Il problema però è: quando sussiste una religione? Se si dovesse anche lontanamente ritenere che è sufficiente la autoqualificazione per pretendere la pari dignità (si pensi al mago Otelma o alle Bestie di Satana) allora confesso di essere tenacemente golpista;

5. Partito comunista fuori legge: anche in Italia lo è quello fascista. Ma autoritario è il fascismo o  la Repubblica Italiana?

Non conosco l’Ungheria e non ho mai letto il testo delle modifiche costituzionali di cui parla Repubblica. Le mie sono solo riflessioni sulla cronaca del giornale: riflessioni motivate dal fatto che le modifiche costituzionali di cui si parla configurerebbero uno “strappo gravissimo ai valori europei”.

A questo punto, c’è da chiedersi quali siano i “valori europei” e chi li ha decisi.

 

 



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