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La mia ricetta per il Paese

Va fatto un programma semplice e bisogna chiedere chi è disposto a votarlo, sia alla Camera che al Senato:

1) subito la riforma elettorale con collegi uninominali e con votazioni, se necessario, a doppio turno, col sistema applicato in Francia;
1-1) riduzione dei privilegi della politica (riduzione finanziamento pubblico della politica con obbligo di documentazione e con limitazione a pochi euro per ogni voto, eliminazione dei privilegi pensionistici, parificando gli anni prestati in politica agli anni di lavoro con un massimale di 2500 euro mensili);

2) poi iniziare la procedura di avvio delle riforme costituzionali che prevedano:
2-1) elezione diretta del Capo dello Stato con forti poteri esecutivi con il sistema francese (elezione col doppio turno se necessario);
2-2) riduzione del numero dei deputati a non più di 350 deputati (la Camera dei rappresentanti degli Usa con una popolazione di più di 360 milioni di abitanti ha 350 membri);
2-3) il Senato diventa il senato delle autonomie e regola i rapporti tra Stato e Autonomie; ridotto di numero e, come negli Usa con rappresentanza paritaria delle Regioni;

3) Elezione del Presidente della Repubblica con le attuali regole:
I deputati dei partiti politici potrebbero votare per il rinnovo di Napolitano; a quel punto credo che lo stesso non potrebbe rifiutarsi (sarebbe il bis del Papa Benedetto XVI e spero non avvenga). Sarebbe un modo per passare da statista che privilegia gli interessi del popolo e non i propri.



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