La diatriba Italia-India si condisce di nuovi particolari poco militari e più economici.
L’ambasciata d’Italia a New Delhi è intervenuta, per impedire eventuali “pratiche discriminatorie”, a sostegno di una offerta presentata dalla società Drillimec spa (Gruppo Trevi) per una gara riguardante trivelle per petrolio e gas indetta dalla Oil India Ltd, controllata dallo Stato, per un valore di 36 milioni di euro. Lo scrive oggi il quotidiano Hindustan Times.
Nell’inserto finanziario il giornale sostiene che l’ambasciatore d’Italia Daniele Mancini, “nel mezzo delle tensioni fra i due Paesi per i maro”, ha preso carta e penna e ha scritto al ministro del Petrolio indiano, Veerappa Moily, indicando di aver compreso che, “nonostante l’impresa Drillimec si sia per due volte qualificata con il preventivo più basso, Oil India stia assegnando una commessa per due trivelle ad un’altra compagnia”.
“Poiché Drillimec sta sostenendo che l’esito della gara potrebbe essere frutto di pratiche discriminatorie – sottolinea Mancini – Le sarei grato se potesse esaminare la questione come prioritaria in modo da evidenziare la verita’ ed assicurare che la reputazione di India Oil e gli interessi legittimi di una compagnia rispettata a livello globale non siano danneggiati”.
Interrogati dal giornale, responsabili di Oil India hanno respinto qualsiasi comportamento illecito e messo da parte i sospetti avanzati.