Altre “isole” nella bufera. La crisi di Nicosia ha portato con sé le polemiche su altri paradisi offshore all’interno dell’Unione europea, con le accuse e i timori sui sistemi bancari lussemburghese e maltese, caratterizzati dal gigantismo finanziario rispetto alle dimensioni dell’economia nazionale. Ma Malta e il Lussemburgo alzano la voce contro chi assimila la loro struttura bancaria a quella di Nicosia. A fare la differenza sarebbero la minore esposizione con titoli greci ed europei. E giudicare la solidità di un sistema bancario dalla sua proporzione rispetto al Pil del Paese non sarebbe il criterio giusto, tengono a sottolineare.
La difesa di Malta
Il Governatore della banca centrale di Malta, Joseph Bonnici, ha lanciato l’allarme contro chi compara la situazione maltese a quella di Cipro. Malta, come Cipro, ha un settore finanziario robusto, circa otto volte più grande del Pil dell’isola. Tuttavia Bonnici, che fa parte del consiglio direttivo della Bce, ritiene esagerate queste cifre e sostiene che gli asset delle banche di Malta valgono “circa il 300% del Pil”. Inoltre, aggiunge Bonnici, a differenza di quelle di Cipro, le banche maltesi non sono altrettanto attive a livello internazionale e non sono così esposte con i bond greci e con quelli dell’area euro.
Il rapporto con il Pil dell’eurozona
Il settore finanziario del Lussemburgo ha “un carattere fondamentalmente internazionale all’interno dell’Eurozona” e la sua dimensione non deve essere valutata “in funzione del suo rapporto con il Pil”. Secondo il governo, guidato dall’ex presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, quello che conta è “la qualità e la stabilità del settore finanziario e la sua taglia non in rapporto all’economia nazionale ma all’eurozona e al mercato interno”.
Il percorso verso l’unione bancaria europea
“Non è ammissibile che singoli Paesi possano fare ciò che credono con i propri sistemi bancari, a colpi di esenzioni d’imposta per attrarre capitali dal mondo. O meglio, sarà possibile ma solo entro limiti dimensionali meno eclatanti di quelli ciprioti, e sapendo che chi investe in tali sistemi bancari sarà esposto a prendersi eventuali perdite catastrofiche: avrà cioè, come dicono efficacemente gli anglosassoni, ‘skin in the game'”, ha sottolineato il blogger Mario Seminerio curatore del sito Phastidio.net.