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Memopal, nessun bit andrà mai più perso

E’ il terrore che affligge ogni possessore di un computer con tanto di file personali: che il supporto fisso si possa rompere e tutti i dati raccolti in anni e anni di attività possano andare persi. File di testo, ma soprattutto fotografie e filmati in formato digitale che mai più potremo rivedere. E’ per questo che da tempo si è sviluppato un fiorente mercato che si occupa del cosiddetto storage, ossia appunto della conservazione in server remoti di tutte le nostre informazioni, che subiscono costantemente un back up, ovvero un aggiornamento. Tra le esperienze più interessanti c’è l’italianissima Memopal, start up romana che ormai con il tempo si sta affermando come una delle migliori realtà internazionali dedite proprio allo storage. “L’idea – racconta all’Arancia Marco Trombetti uno dei fondatori di Memopal – è venuta a me e al mio socio Gianluca Granero almeno venti anni fa. Eravamo ragazzini, ed io mi recavo spesso a piedi a casa sua per giocare con i primi videogiochi. Si trattava di una camminata di una quarantina di minuti, e spesso capitava che nel frattempo il dischetto del gioco si fosse smagnetizzato, oppure rovinato, così che il suo contenuto risultasse irrimediabilmente perso. Ebbene, fin da allora ci venne di pensare che una volta si scriveva sulla pietra, e molte di queste iscrizioni sono arrivate fino ai giorni nostri, mentre con i contenuti virtuali si rischiava costantemente di perdere tutto in un attimo”.

Product Vision

Una riflessione che ha avuto modo di sedimentarsi e di evolversi, portando venti anni dopo alla nascita di Memopal, che prende di petto proprio il problema della conservazione dei dati digitali con cui ogni singolo utente, che sia un privato o un’azienda, deve fare i conti ogni giorno. “Basti pensare – sottolinea Trombetti – alle fotografie, che oggi vengono realizzate ormai quasi esclusivamente in digitale. Stiamo parlando di ricordi che durano una vita e anche oltre, mentre il classico pc in cui spesso le conserviamo, ha una vita media che quando va bene è al massimo di 5-7 anni”. Certo, l’idea di conservare i dati sensibili non nasce con Memopal, ma Trobetti e Granero stanno interpretando questo progetto con grande originalità, ottenendo risultati straordinari in termini di efficienza e di innovazione. “In passato – spiega Trombetti – i primi esperimenti di storage sono stati tentati con siti online. C’era però il problema che il recupero dei dati poteva avvenire in maniera molto lenta e faticosa: per ritrovare un proprio file ci potevano volere anche ore. Noi abbiamo risolto questa complicazione e Memopal permette innanzitutto di poter lavorare su un documento del quale in tempo reale viene fatta una copia per il back up. Inoltre il suo eventuale recupero sarà veloce e immediato”.

Altro elemento che facilita enormemente l’utilizzo di Memopal è una procedura tecnologica che va sotto il nome di deduplicazione. “In pratica – fa notare Trombetti – nonostante oggi ci sia una velocità di trasmissione dei dati molto elevata grazie alle linee in banda larga, in ogni caso la mole di informazioni da conservare è aumentata in maniera esponenziale. Per poter allora razionalizzare meglio i dati da registrare, il nostro sistema effettua una sorta di controllo crittato dei vari file, riconoscendo quelli che ha già registrato e diminuendo quindi i tempi del back up. Sorprenderà tutti infatti sapere che almeno il 50% delle cose che stanno sul proprio computer sono condivise e quindi in effetti qualcun altro ha già provveduto a salvarle”.

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Utilizzare i servizi di Memopal è molto semplice. Basta connettersi al sito dell’azienda e scaricare l’applicazione che una volta installata procederà al back up di tutti i nostri file o di quelli che sceglieremo di conservare. Esiste una versione gratuita, con uno spazio di storage limitato e un’altra a pagamento che varia a seconda delle proprie esigenze, ma comunque con costi molto limitati. E la sicurezza è garantita. “Noi conserviamo i dati in server di nostra proprietà – fa sapere Trombetti – che si trovano nella sede del vecchio Data Center dell’Inps a Roma. Una volta scaricati, dei file viene fatta un’ulteriore copia di sicurezza, e a questo punto la probabilità che qualcosa possa andare perso è praticamente uguale a zero”.
MOLTO INTERESSANTE ANCHE LO SVILUPPO SOCIETARIO CHE HA AVUTO L’AZIENDA. NATA NEL 2008, HA IMPIEGATO TRE ANNI PER SVILUPPARE LA PROPRIA PIATTAFORMA, ED È EFFETTIVAMENTE ATTIVA ONLINE DA SOLO UN ANNO CIRCA. EPPURE PUÒ CONTARE GIÀ SU 300MILA CLIENTI, IL 90% DEI QUALI STRANIERI, 10 DIPENDENTI E UN FATTURATO CHE PER QUEST’ANNO DOVREBBE CHIUDERSI INTORNO AL MILIONE DI EURO.
“Risultati che non avremmo mai potuto ottenere – precisa Trombetti – se all’inizio non avessimo optato per un modello di società con capitale di rischio. In pratica abbiamo convinto finanziatori esterni della bontà del nostro progetto e siamo riusciti a raccogliere fondi per circa 1,2 milioni di euro”. Un modello che è poi quello adottato da grandi società di successo come Google e Facebook. “Solo così infatti – dice Trombetti -, coinvolgendo cioè finanziatori disposti anche a perdere il proprio investimento iniziale, si può avere la piena libertà di fare innovazione ed ottenere risultati davvero competitivi. Chiedere finanziamenti alle banche invece, pone fin dall’inizio limiti che possono influire pesantemente sugli sviluppi futuri. Un consiglio questo che ci sentiamo di rivolgere a tutti i giovani imprenditori che vogliono aprire una propria attività a forte carattere innovativo”.

E un consiglio che merita di essere seguito, visto che oltre agli ottimi risultati sopra accennati, la Memopal può già vantare una collaborazione tecnologica con Hitachi, il primo produttore al mondo di dischi rigidi, e con la Turkish Telecom, aziende che entrambe hanno deciso di adottare la tecnologia Memopal. “Inoltre a breve – annuncia in conclusione Trombetti – una delle più importanti case costruttrici di antivisus digitali al mondo, metterà in commercio una nuova versione dei propri prodotti che nel pacchetto prevederà anche la nostra applicazione”.

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