Il premier, Mario Monti, e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, sono più vicini. Nella nuova giunta regionale pugliese, infatti, il leader di Sinistra ecologia e libertà ha deciso di puntare su un consigliere regionale di Scelta Civica, Leonardo Di Gioia. Una decisione che, di fatto, segna l’avvicinamento politico tra la forza di estrema sinistra e quella centrista.
Di Gioia non avrà una poltrona qualunque ma quella forse più importante e delicata: sarà infatti assessore al Bilancio. Il seguace del presidente del Consiglio era già in Regione ma all’opposizione, essendo stato eletto nel berlusconiano Popolo della Libertà. Gruppo abbandonato a fine gennaio per passare al gruppo misto. Da lì aveva tentato il grande salto a Roma come deputato alla Camera con la lista Scelta Civica con Monti per l’Italia. Non è stato eletto ma alla fine la sua scelta (civica, ovviamente) è stata premiata. Da Vendola.
La motivazione di Vendola
Il presidente della Giunta regionale pugliese ha motivato la sua decisione, sottolineando di aver ammirato nel nuovo assessore al Bilancio “il suo distacco, il suo allontanarsi progressivo dallo stile, dalla cultura politica e dai programmi del centrodestra”.
”In questi anni ho potuto apprezzare – ha spiegato Vendola presentando la giunta – nei banchi dell’opposizione la testimonianza di uno dei consiglieri più giovani, preparati e brillanti: il foggiano Leonardo Di Gioia. Lui – ha aggiunto Vendola – come altri suoi colleghi che furono nel centrodestra, sono oggi in una collocazione differente, molto di dialogo con questa amministrazione regionale”.
Il rimpasto
Sono 12, e non più 14, i componenti della nuova Giunta Vendola e tra di loro figurano molti volti nuovi. Oltre a Di Gioia, che ha sostituito al Bilancio Michele Pelillo, eletto parlamentare con il Partito Democratico, c’è Antonio De Caro, capogruppo del Partito Democratico alla Regione Puglia, neo eletto alla Camera, assessore alle Infrastrutture mobilità e lavori pubblici.
Cambia anche l’assessore al Lavoro, che diventa Leo Caroli, sindacalista Cgil Brindisi, consigliere regionale in quota Sel, mentre la vicepresidenza viene sottratta al Pd e a Loredana Capone (che resta assessore allo Sviluppo Economico) ed affidata ad Angela Barbanente, anche assessore con delega all’Assetto del territorio. Altra novità del nuovo esecutivo è l’assessore alle Risorse Umane con delega all’Organizzazione Rosa Stanisci, ex parlamentare e già sindaco di San Vito dei Normanni, brindisina, area Pd.
La delega alle Politiche della Salute viene attribuita a Elena Gentile e, quindi, accorpata al Welfare, lascia l’incarico l’assessore Ettore Attolini che rientra nel suo ruolo di dirigente Ares e consulente del presidente per le politiche della Salute. Ultimo volto nuovo della Giunta Vendola è l’assessore alle Risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni, imprenditore in quota Puglia per Vendola, che sostituisce il neo eletto senatore di Sel Dario Stefano. Gugliemo Minervini, (Pd) passa dai Trasporti alle Politiche Giovanili-Trasparenza, Protezione Civile (deleghe ottenute nella prima Giunta Vendola nel 2005) e Sport. In quota Idv, resta assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro, e in quota Sel, Alba Sasso al Diritto allo Studio. Resta alla Cultura, Turismo e Mediterraneo Silvia Godelli, una dei 5 assessori esterni della nuova Giunta con Nardoni, Sasso, Barbanente e Stanisci.
Monti e Grillo
Se da una parte quindi si registra la maggiore prossimità a Nichi Vendola, dall’altra il premier si tiene a debita distanza dal leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che secondo Monti non appare “neanche lontanamente in grado di affrontare i problemi dell’ancoraggio dell’Italia all’Europa” e delle “riforme strutturali”.
Piuttosto che avere un governo anti-euro, secondo il premier sarebbe meglio tornare al voto. “Se l’alternativa fosse un governo orientato a interrompere il tragitto europeo dell’Italia e quello delle riforme, credo che sarebbero meglio nuove elezioni”.
Da sottolineare poi che lo stesso Grillo non ha risposto all’invito che Monti ha rivolto a lui, così come a Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani per discutere del prossimo Consiglio europeo.