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Napolitano redarguisce Bersani senza nominarlo

Evitare “premature, categoriche determinazioni di parte”. Ossia chiusure e rigidità che danneggiano l’immagine dell’Italia e potrebbero poi essere superate.

Era ancora in Germania quando il presidente ha iniziato a maturare la convinzione che il quadro politico stesse deragliando perdendo di vista alcuni punti fermi fissati dalla Costituzione.

E questa mattina, dopo la lettura dei quotidiani, si è convinto che era meglio fare subito un po’ d’ordine, secondo i quirinalisti.

Quindi ha preso carta e penna e ha vergato una nota, cortese nella forma, ma perentoria nei contenuti, tutta dedicata alle forze politiche, compreso il M5S di Beppe Grillo e rivolta in particolare al Pd, ovvero soprattutto al segretario Pier Luigi Bersani, secondo qualche esegeta, chissà quanto malizioso o malevolo.

“Mi permetto di raccomandare a qualsiasi soggetto politico misura, realismo, senso di responsabilita’ anche in questi giorni dedicati a riflessioni preparatorie”, ha scritto il presidente sconcertato dalla lettura dei tanti editoriali, delle mille interviste – alcune delle quali sembrano essergli piaciute poco, come quella di Bersani – che lanciano ora governissimi, ora governicchi quasi balneari.

“Dibattito libero”, ha premesso nella nota il presidente della Repubblica. “Ma poi decido io”, ha ricordato ai leader politici che hanno in queste ore il compito di chiudere le loro riflessioni interne per poi trasmettere le loro indicazioni alle consultazioni che il capo dello Stato avvierà dopo l’elezione dei presidenti delle Camere e la composizione dei gruppi parlamentari.

E’ pressocché unanime la convinzione degli osservatori, tra cui anche l’editorialista del Sole 24 Ore, Stefano Folli, secondo cui a Napolitano non piace proprio l’idea bersaniana di un governo di minoranza: non si può andare allo sbaraglio in Parlamento; meglio lavorare per costruire una base parlamentare solida per un esecutivo.

A guida Bersani? O di altri? Si vedrà.

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