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Le consultazioni di Formiche con Di Capua, Malgieri, Ippolito

Mentre i principali leader politici si avvicendano al Quirinale per le consultazioni in corso con Giorgio Napolitano, anche sulle pagine di Formiche.net si succedono nuovi pareri sul futuro del governo e del Paese.

Dopo Pierluigi Magnaschi, Paolo Mazzanti, Gianni Gambarotta, Daniele Bellasio, Mario Adinolfi, Andrea Sarubbi, Gustavo Piga e Giuseppe Pennisi, abbiamo rivolto queste domande:

1. Pierluigi Bersani ce la farà a ottenere la fiducia in Parlamento?
2. Qual è la soluzione più auspicabile per il Paese?

allo storico Giovanni Di Capua, al giornalista ed ex deputato Pdl Gennaro Malgieri e al professore di Storia della Filosofia a Roma Tre Benedetto Ippolito.
Ecco come ci hanno risposto:

Di Capua, un governo di salvezza nazionale Pd-Pdl
1. Non ne ho la più pallida idea ma da come si sta comportando merita di essere respinto prima che cominci. Sta seguendo la linea delle prepotenza pur avendo forze limitate.
2. Proporrei un governo di salvezza nazionale o di larghe intese, lo si chiami come si vuole, che abbia il consenso delle grandi forze politiche in campo. Il nucleo fondante di questa nuova maggioranza quindi non può che essere composto dai due partiti che insieme raccolgono il 60% delle preferenze e cioè Pd e Pdl, indipendentemente dalla persona che lo potrà dirigere.

Malgieri, un accordo tra Pd-Pdl e Monti e un governo guidato da Barca
1. Credo di no. Penso che il capo dello Stato darà a Bersani un incarico esplorativo, non pieno, considerata anche la prassi quando si ha la maggioranza relativa e non assoluta. Il Pd dovrà quindi rinunciare a formare un governo in prima battuta e si porrà il problema dello scioglimento della riserva. Se il Presidente della Repubblica si sentirà di mandare il nuovo esecutivo davanti alle Camere a chiedere la fiducia e in caso Bersani non la ottenga, si creerebbe una situazione difficile: il presidente della Repubblica durante il semestre bianco non può sciogliere le Camere e dovrebbe dimettersi in anticipo per agevolare il percorso di nuove elezioni che comunque non potranno avvenire prima del 15 aprile.
2. La soluzione auspicabile sarebbe stata un accordo temporaneo tra le maggiori forze in campo, Pd-Pdl-Monti con un governo guidato da una persona esterna, non organica ai partiti, per fare le riforme istituzionali che servono al Paese e preparare il documento di programmazione finanziaria ed economica a luglio. Siccome in una Camera la maggioranza è certa e ampia, ed è di centro-sinistra, il premier sarebbe potuto essere Fabrizio Barca.

Ippolito, incarico a figura terza. E poi il voto
1. E’ auspicabile che Napolitano conferisca a Bersani solo un incarico esplorativo. Sebbene il presidente abbia dichiarato, come tutti sappiamo bene, che avere un nuovo Governo sia indispensabile e urgente per l’Italia, non è opportuno che, data la situazione instabile, ci si avventuri in governi di minoranza direttamente conferiti a leader di parte che non hanno il consenso parlamentare necessario. Il capo dello Stato sarebbe, infatti, responsabile di eventuali situazioni antidemocratiche che si verificherebbero dopo il giuramento. Io sono convinto, infatti, che Bersani non troverà una maggioranza numerica, non possedendo per nulla quella politica: il che equivale ad avere, in ogni caso, un esecutivo azzoppato.
2. La soluzione, a questo punto, essendo impossibile un accordo Pd-Pdl, è conferire, dopo l’eventuale fallimento dell’esplorazione di Bersani, un incarico di Governo ad una figura terza, gradita possibilmente a Pd, a Pdl e anche al M5S. Ovviamente tale esecutivo, una volta ottenuta la fiducia, dovrebbe cambiare la legge elettorale, magari ritoccando solo gli aspetti d’ingovernabilità del Porcellum, ad esempio il premio di maggioranza al Senato, e portarci rapidamente al voto a giugno o a settembre.

 

 



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