Una crescita verde legata alla decarbonizzazione dell’economia e alla protezione dell’ambiente, introducendo, o ”ristrutturando”, anche nuove tasse per spostare il carico delle imposte dalle persone e dal lavoro sull’uso delle risorse naturali. Questa la “grande” raccomandazione che l’Ocse rivolge all’Italia in un rapporto sulle performance ambientali del nostro Paese e che, tanto per dirne alcune, chiama in causa misure come la carbon tax e la progressiva riduzione dei sussidi al trasporto merci su strada.
Mentre, sul fronte propriamente della tutela della natura, l’Ocse non può fare a meno di mettere in evidenza la diffusione di una cattiva qualità dell’aria, la necessità di intervenire nella gestione dell’acqua specie sulle reti e il dissesto del suolo, e come la crescita della produzione dei rifiuti abbia superato quella di incremento del Pil.
Tra le sfide elencate dall’Ocse, quella dello smog: nonostante ”le emissioni atmosferiche inquinanti” siano ”diminuite in Italia più che nella maggior parte degli altri Paesi Ocse, sono italiane più di metà delle 30 città europee con la peggiore qualità dell’aria”. Sul versante acqua, ”l’Italia con un prelievo pari a circa il 30% delle risorse idriche rinnovabili disponibili può essere classificato come un Paese soggetto a stress idrico medio-alto”; la qualità delle risorse idriche è rimasta ”stabile”, anzi quella delle ”acque dei fiumi è migliorata”, grazie soprattutto alla diminuzione della ”concentrazione di fosforo e nitrati” nei principali corsi d’acqua italiani. Ma il capitolo acqua rivela ”notevoli disparità tra le regioni”, con il Mezzogiorno indietro rispetto al nord del Paese; la raccomandazione in questo caso riguarda ”l’urgenza di una visione strategica e di proseguire con la riforma del settore idrico anche per risolvere i gravi problemi legati delle infrastrutture”. In Italia, segnala l’Ocse, ”la produzione di rifiuti urbani è aumentata più rapidamente del Pil e dei consumi finali delle famiglie”. In questo campo ”permangono significative differenze a livello regionale e alcune aree presentano situazioni di criticità, soprattutto in Campania, Lazio e Sicilia”. Preoccupa poi il rischio di erosione, anche perché il suolo è ancora più esposto ai cambiamenti climatici, alla siccità e alle ”forti piogge di gravità sempre maggiore”.
Una Strategia per la crescita verde, così come la raccomanda l’Ocse, potrebbe avere ricadute benefiche anche sui conti pubblici ed alcune misure potrebbero rendere ”il sistema tributario più compatibile con la crescita riducendo le imposte sul lavoro e sulle imprese”. Nello specifico il report invita ad ”attuare un’ampia riforma fiscale in materia di tassazione ambientale” che vada dall’introduzione di una carbon tax alla ristrutturazione delle imposte su energia e auto, allo stop alle agevolazioni sui carburanti per gli autotrasporti, e allo spostamento del peso delle tasse sulle risorse e l’inquinamento. Si dovrebbero ”eliminare le norme fiscali speciali con un impatto negativo sull’ambiente (pari secondo le stime allo 0,2% del Pil), ristrutturare le norme su energia e tasse automobilistiche in modo da riflettere” i carichi ambientali” comprese le emissioni anche per i veicoli commerciali; e per esempio ”la proroga del rimborso delle accise sul gasolio agli autotrasportatori” è una misura che ”ha un impatto potenzialmente negativo sull’ambiente”. Poi, ”considerare l’opportunità di riformare le imposte ambientali” in base all’uso delle risorse e all’inquinamento: cioè chi ne usa di più e chi inquina di più, paga di più. La ”ristrutturazione dei prodotti energetici” dovrebbe ”includere esplicitamente una componente basata sul loro contenuto di carbonio (carbon tax), con lo scopo di completare il sistema comunitario di scambio delle quote di emissione e di stabilire un prezzo del carbonio coerente per tutti i settori dell’economia”. L’Ocse invita poi a promuovere le rinnovabili e a garantire ”la coerenza degli incentivi” e la ”razionalizzazione delle procedure”, ad ”un uso maggiore e più sistematico” dei monitoraggi, e allo ”sviluppo di un quadro per la promozione dell’eco-innovazione” per dare ”maggiore sostegno pubblico a ricerca e sviluppo”.
”Viene preso atto del lavoro fatto in questi 14 mesi – osserva il ministro dell’Ambiente Corrado Clini – Lo trasmetterò al nuovo Parlamento affinché le raccomandazioni formulate siano tenute in considerazione”. Tra queste, quella ”più rilevante riguarda l’adozione da parte del nostro Paese di un’agenda verde per la crescita e misure per la decarbonizzazione dell’economia”, di cui ”il Cipe ha approvato un piano”.