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Vi spiego come Papa Francesco sfiderà destra e sinistra. Parla Buttiglione

Ballare il tango con il popolo. Il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, ha conosciuto Papa Francesco. Il loro ultimo incontro – racconta il professor Buttiglione in una conversazione con Formiche.net – risale al 2007 all’Università cattolica di Buenos Aires e questa è la forza travolgente del messaggio che l’allora vescovo della città Jorge Mario Bergoglio gli trasmise: “Mi disse che la Chiesa non può attendere che la gente venga nelle parrocchie ma deve andare a prenderla, ballare il tango con essa. L’annuncio va predicato nella dimensione del popolo a cui bisogna dire se sbaglia ma non per condannarlo, semmai per dire che Dio è misericordioso. Nel concetto della misericordia cristiana per cui Dio non ti abbandona anche se commetti un peccato c’è tutta la filosofia di Bergoglio”.

Presidente, cosa ha provato ieri sera? Si aspettava la sua elezione?
“E’ stata una grande gioia. Non me l’aspettavo, anzi andavo dicendo che sarebbe stato un Papa eccellente, ma pensavo fosse troppo anziano per essere eletto invece si vede che i cardinali che lo hanno votato sono stati convinti dalla sua giovinezza di spirito. C ‘era l’idea di un Papa giovane e i 76 anni di Bergoglio sembrano andare in un’altra direzione ma forse lo Spirito santo pensa che lo sia”.

Primo Papa latinoamericano e gesuita della storia. Cosa significherà questo per il suo pontificato?
“Prima di dire che è latinoamericano, dobbiamo dire che è il primo Papa non europeo da molto tempo, anche se in realtà fino al secolo ottavo i Papi non europei erano frequenti, venivano soprattutto dall’Asia. Noi europei pensiamo di essere in mezzo al mondo ma il mondo cresce e l’Europa diviene sempre più piccola politicamente, culturalmente, demograficamente. Avere un Papa che ci guarda da fuori ci aiuta a capire quanto ci stiamo allontanando dalle grandi correnti. Il fatto che provenga dal Sud America porta la Chiesa verso il grande tentativo di costruire una teologia latinoamericana della liberazione, non ispirata dal marxismo ma a favore del popolo. Quando Giovanni Paolo II è diventato Papa la prima cosa che ha fatto è andare in Sud America a professare la necessità di una teologia centrata su Cristo che liberi l’uomo, segnata del diritto del povero. Bergoglio è espressione di questo mondo, del cuore di Giovanni Paolo II e delle istruzioni di Joseph Ratzinger in merito”.

Il richiamo al popolo sembrano avvicinare il nuovo Papa, per buttarla in politica, più ai valori della sinistra che della destra…
“Ce n’è per tutti. La difesa forte dei lavoratori, lo sdegno per la povertà lo avvicinano alla sinistra mentre la tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la condanna dell’aborto alla destra. La realtà è che sarà un Papa scomodo sia per la destra che la sinistra, non avrà paura di rimproverare a ciascuno i propri peccati ma dando sempre a tutti il messaggio della misericordia cristiana”.

Perché Francesco?
“Francesco d’Assisi è l’uomo che condivise lo sdegno del popolo per gli orpelli della Chiesa ma ebbe anche una devozione assoluta verso la sua essenza originale. Il riferimento al gesuita San Francesco Saverio richiama invece alla dimensione missionaria della Chiesa. Mentre l’Europa diventa più piccola, la Chiesa cresce con il mondo. Allo stesso mondo mentre il numero di europei diminuisce e nel vecchio continente si respira una profonda crisi della fede, 906 sacerdoti in meno lo scorso anno, in Asia sono 1724 in più, in Africa novecento in più”.

Su di lui, si sono subito riversate ombre per presunti silenzi negli anni della dittatura, come ha denunciato il suo grande accusatore, il giornalista Horacio Verbitsky.
“La Chiesa argentina visse un momento drammatico e lui ha reso una testimonianza esemplare. Quelli che lo criticano volevano che lui si schierasse con la guerriglia ma non sarebbe stato giusto. La linea è stata quella di opposizione alla giunta militare nel nome dei diritti dell’uomo ma senza accettare la lotta armata. E la storia dimostra che il regime non cadde di fronte ad essa ma con la non-violenza”.

Sul tavolo di Papa Francesco, ci sono tante questioni scomode, da Vatileaks allo Ior. Come le affronterà?
“Con il richiamo alla conversione, lo stesso che ha portato Benedetto XVI a dimettersi. Non importa il ruolo ma l’amore a Cristo, all’uomo. In nome di questo amore che va oltre il proprio tornaconto, Papa Francesco guiderà il suo popolo. È una lezione che vale per la Curia, per i politici italiani. per tutti”.

Il grande sconfitto da questo Conclave sembra essere il Cardinale Angelo Scola, dato tra i favoriti prima che il protodiacono Jean-Luis Tauran pronunciasse il nome di Bergoglio.
“Il cardinale Scola non è da considerarsi il grande sconfitto ma un grande elettore di questo Papa. Se Bergoglio è stato eletto, è molto probabile che l’appoggio di Scola sia stato decisivo”.

Cosa avrà pensato il Papa emerito Benedetto XVI davanti alla tv? Nel conclave del 2005 fu proprio Bergoglio l’antagonista di Ratzinger.
“Sarà stato felice. Nel 2005 fu Bergoglio a dire ‘votate Ratzinger’ e ciò dimostra la stima che c’è tra il nuovo Papa e il suo predecessore”.

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