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Per l’Onu i droni Usa violano la sovranità pachistana

Gli attacchi statunitensi con i droni sul territorio pachistano sono una violazione della sovranità del Paese dei puri. Sono le parole dell’inviato delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’antiterrorismo, Ben Emmerson, che ha raccolto il parere del governo di Islamabad nell’ambito dell’inchiesta aperta a gennaio sull’impatto sui civili dell’uso degli aerei pilotati in remoto e degli omicidi mirati.

Il tema della sovranità fu toccato già alla vigilia della presentazione dell’inchiesta dall’ambasciatrice pachistana a Washington, Sherry Rehaman.

L’uso dei droni, centrale nella dottrina della Casa Bianca obamiana per la lotta contro il terrorismo, è stato negli ultimi mesi uno dei temi caldi della politica statunitense, in particolare per la decisione di affidare la guida della Cia a uno dei padri del programma, avvolto dalla segretezza, l’ex consigliere presidenziale per il contro-terrorismo John Brennan.

Il Pakistan, con lo Yemen, l’Afghanistan e la Somali, è stato uno dei teatri in cui i velivoli hanno condotto la maggior parte dei bombardamenti. Secondo quanto riferito da Emmerson in una email alla Associated Press, l’obiezione principale di Islamabad agli attacchi è la mancata autorizzazione concessa agli Usa.

Nel Paese cresce il malcontento e la rabbia per le vittime civili. Lo scorso autunno migliaia di manifestanti hanno preso parte alla marcia contro i bombardamenti organizzata nella regione del Waziristan dall’ex stella del cricket, ora politico di punta anche in vista delle legislative a maggio, Imran Khan.

Il governo pachistano ha confermato almeno 400 civili morti nel proprio territorio sotto i colpi dei droni Usa. Secondo i dati del Bureau of Investigative Journalism, tra il 2004 e il 2013 sono stati condotti almeno 365 attacchi, di cui 313 sotto l’amministrazione Obama. Il numero delle vittime si aggira tra le 2.500 e le 3.500. Le morti civili oscillano invece tra le 400 confermate dall’esecutivo fino a oltre 800.

Le conclusioni dell’indagine Onu sono attese per ottobre. In dubbio c’è anche la legalità sul piano del diritto internazionale degli attacchi. Cablogrammi diffusi da WikiLeaks rivelano che funzionari pachistani hanno in passato autorizzato le operazioni sul proprio territorio. I rapporti tra Washington e Islamabad sono andati via via deteriorandosi dopo il 2011, con il raid che portò all’uccisione di Osama bin Laden in un complesso di Abbotabbad, 60 chilometri a nord della capitale pachistana, e per l’uccisione di 24 soldati pakistani in un bombardamento nel sudovest.

“La posizione del governo è abbastanza chiara”, ha detto Emmerson, “non autorizza gli Stati Uniti a usare i droni sul proprio territorio e lo considera una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale”.

Secondo Islamabad gli attacchi hanno contribuito a radicalizzare le giovani generazioni di miliziani, sottolineando di essere in grado, da sola, di combattere la guerra contro l’estremismo islamista, sebbene proprio di questo dubitino settori dell’amministrazione Usa. In particolare ha spiegato Emmerson, dagli incontri con i leader tribali è emerso come innocenti appartenenti alle comunità tribali siano scambiati per talebani, dai quali spesso sono indistinguibili sia per i vestiti sia per le armi.

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