Con l’elezione dei presidenti di Camera e Senato si compie il primo appuntamento istituzionale della nuova legilatura. Boldrini e Grasso sono due nomi autorevoli che senz’altro faranno bene. Il senso politico però non è incoraggiante. Una minoranza nel Paese, la sinistra di Pd e Sel, ha espresso entrambe le cariche parlamentari. L’ipotesi di aprire ad una rappresentanza più ampia – o Pdl o M5S – non è stata presa in considerazione da Bersani. Questo arroccamento potrebbe segnare l’inizio della fine di una legislatura che già di suo non promette niente di buono.
Se mai il partito democratico pretenderà e riuscirà ad ottenere anche presidente del Consiglio e capo dello Stato, si sarà compiuto uno sfregio ad una dinamica democratica sana. Sarebbe una dittatura della minoranza o forse soltanto un arroccamento in posizioni di potere che saranno presto spazzate via dalla reazione di cittadini/elettori. Noi confidiamo, sempre meno ottimisti, in un ravvedimento fra le forze politiche che porti all’inaugurazione di una stagione di collaborazione all’insegna dell’interesse nazionale.