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Qualcuno ci svegli dall’incubo

Dopo quasi tre mesi torno a scrivere su questo blog. Avevo scelto di stare a guardare. Di capire quanto stava accadendo e quanto stava per accadere senza dare giudizi affrettati.

Sono già in troppi a farlo.

Quello che mi preme però è raccontare come la politica, pur utilizzando il disagio sociale per facili consensi, non riesca a dare risposte alla crisi che sta impoverendo il ceto medio, creando milioni di nuovi poveri e portando le imprese alla chiusura. E quanto sta accadendo a Cipro fa veramente paura.

E’ passato un mese dal voto ed il Paese è nella paralisi. Continuano i dibattiti ed i processi iniziati venti anni fa, dallo scontro di ideologie si è passati all’ideologia dello scontro.  E intanto il mondo non ci aspetta. Anzi va veloce. Le nuove potenze economiche investono sui propri giovani, creano loro opportunità, terreno fertile per fare impresa e creare sviluppo.

Ormai sono sempre di più gli italiani che scelgono di partire. Ed il loro non è gettare la spugna ma semplicemente voler tornare a credere nel futuro.

Di ritorno da Hong Kong qualche settimana fa ho incontrato un quarantenne che ad un certo punto ha deciso di ripartire da zero.

“Ero un quadro ben pagato di una pmi- mi raccontava entusiasta- che ad un certo punto è andata in crisi per i crediti mai riscossi di lavori fatti con la Pubblica Amministrazione. Allora ho capito che così non poteva andare. Ho ricominciato a studiare inglese e poi ho frequentato un mese di corso intensivo solo per professionisti organizzato a Manchester dall’EF. In meno di tre mesi ho creato il mio passaporto linguistico e sono partito. Ormai vivo ad Hong Kong e, nonostante il ritmo frenetico del lavoro, sono rinato. In Italia mi stavo inaridendo. La politica non ha capito che le nostre imprese e noi tutti competiamo con il mondo mentre loro non vedono al di là del loro naso.”

Dopo aver parlato con lui mi sono addormentato. Quando la hostess di Lufthansa mi ha svegliato (parlandomi in tedesco…) speravo che il racconto del mio compagno di viaggio facesse parte di un incubo.

Quando sono atterrato in Italia mi sono accorto che quell’incubo era ancora realtà.


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