Con l’occupazione della capitale e la fuga del presidente, i riflettori del mondo si sono accesi sulla Repubblica Centrafricana. In questo Paese, nel cuore del continente africano, si sta combattendo da mesi una sorta di guerra civile. E se la Francia invia militari, c’è una Ong che opera da tempo a Bangui con un ospedale pediatrico. È l’organizzazione di Emergency. Riproduciamo di seguito un articolo pubblicato lo scorso 25 gennaio Che cosa è successo a Bangui.
Grazie, Emergency!
Che cosa è successo a Bangui
Vi sarete chiesti in questi giorni: ma che cosa è successo in Repubblica Centrafricana? Di seguito vi raccontiamo gli eventi che si sono succeduti negli ultimi due mesi. La situazione nella Repubblica Centrafricana è peggiorata velocemente lo scorso dicembre, in seguito all’improvvisa decisione di un gruppo di ribelli, i Saleka, da anni stanziati nel nord del paese, di avanzare partendo da nord verso la capitale Bangui.
I Saleka combattono contro il presidente François Bozizé, accusato di non aver onorato un accordo di pace siglato nel 2007 in base al quale i combattenti che avessero deposto le armi avrebbero ricevuto una ricompensa.
Il 28 dicembre scorso i Saleka sono arrivati a circa due ore di viaggio dalla capitale Bangui: i medici di Emergency hanno continuato a lavorare nel Centro pediatrico aperto nella capitale nel 2009 e situato di fronte al Palazzo del Parlamento. La corsia è piena, anche se sono diminuiti i pazienti che arrivano da fuori città: la gravità dei pazienti è direttamente proporzionale al ritardo con cui vengono portati in ospedale.
Il nostro staff ci ha raccontato di questi giorni, delle manifestazioni di protesta che avvengono in città a pochi passi dal nostro ospedale, e dell’intensificarsi dei pattugliamenti militari. I prezzi dei generi alimentari aumentano giorno dopo giorno e inizia a scarseggiare il gas perché il trasporto dal Camerun, principale fornitore, è stato sospeso per ragioni di sicurezza.
Il 30 dicembre la notizia che i ribelli si avvinano a Damarà, 70km da Bangui, peggiora la situazione: la città è deserta, si sono intensificati i pattugliamenti ed è stato istituito il coprifuoco, dalle 19 alle 5.
Il nostro ospedale continua a lavorare, nonostante i continui posti di blocco a cui è sottoposto lo staff, e nonostante il gas sia finito: si cucina con il carbone. I pazienti continuano a diminuire: hanno tutti paura a mettersi in viaggio, soprattutto da fuori città. Molti internazionali hanno lasciato Bangui dopo le ultime notizie, mentre noi di Emergency abbiamo deciso, insieme a tutto lo staff, di rimanere. Una scelta che ci premia da un punto di vista prettamente umano e che ci rende fieri: una lettera molto commovente che abbiamo ricevuto dallo staff locale del Centro Pediatrico, e che vogliamo condividere con voi:
“In occasione delle feste del nuovo anno, lo staff nazionale di Emergency a Bangui ringrazia sinceramente lo staff internazionale di Milano e di Bangui per la determinazione, l’abnegazione, la collaborazione, l’amore e soprattutto l’efficacia del loro nobile lavoro nel mondo e in Repubblica Centrafricana.
Che questo nuovo anno che sta per incominciare vi porti felicità, salute di ferro, prosperità e, soprattutto, successo nei vostri progetti. Il buon Dio onnipotente vi ricopra con la sua grazia, buon anno, buon anno, buon anno. Lo staff nazionale di Emergency a Bangui”
Il 3 gennaio a Bangui il coprifuoco rimane attivo, ma la situazione sembra più stabile in attesa dei negoziati previsti per il 10 gennaio. L’attività del Centro pediatrico sta tornando alla normalità: dopo diversi giorni di scarsa affluenza dei pazienti dovuti al timore di mettersi in viaggio, stamattina, alle nostre porte, c’erano 75 bambini in attesa di essere visitati. Sembra che anche le forniture di gas possano riprendere a breve.
Fino al 10 gennaio, data prevista per il negoziato, la tensione a Bangui cresce anche se tutti sperano nei negoziati. Si sono sentiti a ripetizione spari e colpi di mitragliatrice: la stampa non riporta nulla e il nostro staff dice che si trattava dei pattugliamenti del coprifuoco. La buona notizia è che è ricominciato il rifornimento di gas.
L’11 gennaio 2013 arriva davvero, la Buona Notizia: ”Hanno firmato gli accordi di pace!” La notizia si sparge subito a Bangui e la città riprende vita, malgrado ci sia ancora il coprifuoco. Le strade sono piene di gente, si canta, si balla, le macchine suonano il clacson a tutto spiano. Sembra il capodanno che quest’anno non c’è stato. “È finita”, ci dice la nostra guardia (ovviamente disarmata) con un enorme sorriso. Lo speriamo tutti!
Questo non è certo un finale da “e vissero tutti felici e contenti”, gli equilibri sono difficili da mantenere in situazioni del genere, e la situazione è e rimane molto delicata. E’ la realtà di un paese che ha una speranza di vita di soli 48 anni. Un tasso di mortalità infantile di 112 decessi ogni 1000 bambini nati vivi. Un paese tra i più poveri dell’Africa.
Abbiamo voluto darvi questa fotografia di ciò che è successo a Bangui perché è la Capitale della Repubblica Centrafricana, perché lì abbiamo il nostro Centro Pediatrico aperto ventiquattro ore su ventiquattro, che assiste bambini fino a 14 anni e relative famiglie. Perché è il progetto di Emergency che sosteniamo come Gruppo di Busto Arsizio dal 2010. Perché in questo ospedale visitiamo fino a 80 bambini e 20 donne in gravidanza al giorno. Perché dal 2009 a oggi abbiamo curato gratuitamente oltre 70 mila persone, a Bangui. Perché ci teniamo, a Bangui. E quando si tiene a qualcosa, la si cura. Gratis, e bene. Aiutaci anche tu: sostieni il Centro Pediatrico di Bangui partecipando alle nostre iniziative oppure con una donazione online.
Emergency