Salvate i soldati Stramaccioni e Mazzarri. Tra i tanti temi offerti dalla 28° di Serie A, vogliamo concentrarci sui clamorosi tonfi di Inter e Napoli, che rischiano di dare il via ad un clamoroso valzer di allenatori. Sono sempre loro infatti i primi a pagare, a volte anche ingiustamente, ma tant’è. In gioco c’è la qualificazione alle coppe europee, con numerosi milioni di euro annessi, e i posti in palio sono solo tre. E visto e considerato che il primo è stra-blindato dalla Juventus (a proposito, ma ha davvero senso parlare ancora di campionato aperto?) e che per i due restanti ci sono (in rigoroso ordine di classifica) Napoli, Milan, Fiorentina, Inter, Lazio e Roma, ecco spiegata l’isteria dei presidenti e il conseguente precariato degli allenatori.
Ad oggi la panchina che scotta di più è quella di Andrea Stramaccioni, che rischia seriamente di perdere il posto a fine stagione. Sbucato dal settore giovanile il 26/3/2012, quando Moratti lo chiamò a sostituire l’esperto Claudio Ranieri, il tecnico romano è partito fortissimo, tanto da guadagnarsi gli elogi di giocatori (indimenticabile il “bene bene!” di Cassano), colleghi e giornalisti. Oltre che, ça va sans dire, la fiducia di Moratti, che gli ha affidato la panca della Beneamata a soli 36 anni. Un anno dopo Strama ne dimostra almeno 10 di più: colpa dei risultati, figli di errori suoi e di chi gli sta sopra (vero Branca?). Il presidente lo difende ancora, ma se non riuscirà a centrare il terzo posto (fondamentale per i disastrati bilanci nerazzurri) come potrà confermarlo?
Diverso il discorso per Walter Mazzarri, passato dalle stelle alle stalle nel giro di 40 giorni. Il 2 febbraio il suo Napoli batteva il Catania e si confermava secondo in classifica, a soli due punti dalla Juve capolista. Poi il crollo: 5 partite, 4 pareggi (compreso lo scontro diretto con i bianconeri) e 1 sconfitta. Un ruolino di marcia imbarazzante, che non basta a spodestare gli azzurri da un dignitosissimo secondo posto, ma che se prolungato rischia di complicare non poco i piani per il futuro. Dietro infatti c’è un Milan che spinge forte, anzi fortissimo, e che minaccia il sorpasso nel giro di poche partite, forse già domenica prossima. Dal sogno scudetto si potrebbe così passare ad un preliminare di Champions League, o magari ad una semplice Europa League, con tutto ciò che comporterebbe per le casse e per il prestigio della società. Che a quel punto sarebbe costretta a svendere i suoi big, su tutti Cavani e Hamsik.
Così la posizione di Mazzarri, fino a poche settimane fa fortissima, si sta indebolendo sempre di più. E pensare che fu proprio il tecnico toscano a rifiutare il prolungamento di contratto offertogli da De Laurentiis: “Voglio valutare con calma a fine stagione” spiegò il buon Walter, “Spera di ricevere l’offerta di una grande del nord” sussurrarono i maligni. Ora però i ruoli si sono ribaltati e la scelta di Mazzarri potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol. Perché in questi tempi di crisi rifiutare un contratto è molto rischioso, figuriamoci se fai l’allenatore.