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Secondi solo alla Germania

Proviamo per una volta ad allontanarci dal giradito dell’autocommiserazione. L’Italia è il paese con la più alta marginalità in Europa per il settore delle energie rinnovabili. Nonostante i segnali di ridimensionamento mostrati nel 1° semestre 2012, sul panorama nazionale le imprese quotate green manifestano ricavi medi in crescita del 7% ed Ebitda del 2%. E’ quanto emerge da una ricerca “Green economy on capital markets” condotta su 113 aziende quotate dall’Ufficio Studi Vedogreen. Il settore delle rinnovabili, quindi, si conferma attivo e vivace, come testimonia la significativa crescita di brevetti depositati a livello europeo, con l’Italia seconda solo alla Germania. Vedogreen ha inoltre mappato 50 società green eccellenti con un potenziale di capitalizzazione di mercato di 4,5 miliardi di euro con un giro d’affari di 3 miliardi e 7700 dipendenti. Tra i settori più interessanti su cui investire, energie rinnovabili, trattamento acque inquinate e waste management.

I segnali positivi nel campo delle rinnovabili sono importanti anche a livello europeo: Il 62% delle imprese “verdi”, secondo lo studio, prevede un aumento degli utili, contro il 38% degli altri settori, mentre il 52% prevede di incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo ed il 51% prevede di investire in impianti e macchinari.

Una buona angolatura di visuale della vitalità imprenditoriale italiana – con nomi, cognomi, indirizzi e numeri – è quella di Energy Award il premio di Bernoni Grant Thornton giunto alla quarta edizione. Le case histories dimostrano – oltretutto – la grande capacità innovativa delle nostre imprese.



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