Ci sono stati voli segreti dalla Siria verso la Russia e l’Iran per raccogliere fondi, in euro e dollari, e armi per sostenere il governo di Damasco contro l’insurrezione che da due anni lotta per rovesciare il presidente Bashar al Assad. Almeno così denuncia la stampa britannica.
Una testimonianza di prima mano su questi carichi speciali è quella di uno dei piloti, identificato soltanto con il nome di Nazim, data in un colloquio con il Sunday Telegraph. Il giornale britannico ammette di non poter confermare le dichiarazioni del pilota, di cui tuttavia conosce il nome completo e ha potuto vedere il tesserino di riconoscimento dell’aeronautica siriana. Nazim ha parlato di almeno 20 missioni verso Teheran, a due delle quali ha partecipato lui stesso, per approvvigionarsi di armi ed esplosivi.
Le dichiarazioni del pilota sembrerebbero provare i sospetti dei servizi d’intelligence occidentali. Lo scorso aprile, racconta Nazim ora rifugiato al confine con la Giordania, fece il suo primo volo andata e ritorno dalla Russia per raccogliere fondi, con tappe in Iraq, Iran e Azerbaijan. “Il carico era banconote”, voli di questo genere erano effettuati fino a tre volte al mese, spiega al Telegraph.
A gennaio e febbraio viaggiò invece verso Teheran. Arrivati a destinazione l’aereo fu trasportato in un hangar, l’equipaggio fatto allontanare e il carico messo sul velivolo con l’avvertenza di stare attenti alle turbolenze. Un modo discreto per dire che stavano trasportando esplosivi.
Di voli più o meno segreti si è occupato ieri il segretario di Stato americano, John Kerry, durante la visita a sorpresa di ieri in Iraq. Il numero uno della diplomazia statunitense, primo segretario di Stato ad andare nel Paese dal 2009, ha espresso al premier iracheno, Nouri al Maliki, le preoccupazioni di Washington sui voli iraniani diretti in Siria che attraversano il territorio dell’Iraq. Kerry ha di fatto accusato Baghdad di chiudere un occhio verso questi ponti aerei ufficialmente svolti per motivi umanitari. Secondo una fonte statunitense citata dall’Associated Press voli di questo sono all’ordine del giorno.
Le rivelazioni fanno il paio con gli articoli che riferiscono di un maggiore impegno della Cia nel fornire informazioni a fazioni scelte della composita opposizione ad Assad, così da favorire i settori più laici, sia alle truppe d’élite irachene nel contrasto ai gruppi fondamentalisti che dalla Siria stanno attraversando il confine.
L’amministrazione Obama è ancora restia a un coinvolgimento diretto degli Usa nel conflitto così come ad armare i ribelli, sebbene il mese scorso il New York Times svelò il passaggio, favorito dai sauditi, di armi croate ai ribelli passando per la Giordania, circostanza quest’ultima che lascia ipotizzare il benestare statunitense.